Associazione Amici di Villa Ada

Associazione Amici di Villa Ada
dal 1987 per la tutela del parco pubblico

giovedì 31 maggio 2007

audizione della commissione ambiente del comune: le associazioni presentano le loro osservazioni

Difendiamo Villa Ada, patrimonio di tutti i cittadini: a dieci anni dall’esproprio con i fondi per Roma Capitale ancora in attesa del piano di assetto e del recupero degli immobili

 

 

Questa mattina le associazioni che riuniscono i cittadini impegnati per la tutela di Villa Ada sono state ascoltate dalla Commissione Ambiente del Comune di Roma presieduta da Massimiliano Valeriani.

All’incontro erano presenti anche gli assessori all’ambiente, Dario Esposito, e l’assessore alla Cultura, Di Francia. Tra le associazioni il WWF Italia, Italia Nostra e Villa Ada green.

Oltre 700 cittadini hanno finora sottoscritto in queste settimane l’appello dell’Associazione Amici di Villa Ada affinché il progetto di realizzare il museo del giocattolo tenga conto dell’imprescindibile condizione di non realizzare nuove cubature all’interno del parco.

In particolare è stata manifestata agli amministratori capitolini la gravità di un progetto che prevede la costruzione di una parte ipogea, di circa 15.000 metri cubi (praticamente una palazzina di 5 piani!).

Molte le critiche al progetto basate sulla necessità di impedire che un museo, destinato ai bambini, sia realizzato nel sottosuolo, privando i bambini del rapporto con la natura e il mondo circostante. Tra questi l’incoerenza di costruire all’interno di un’area protetta sostenendo costi esorbitanti per realizzare una struttura che, tra l’altro, potrebbe essere ospitata anche in altri edifici che necessitano di recupero e apertura alla fruizione della cittadinanza. Oltre a ciò sono stati sottolineati gli impatti sull’ambiente non solo relativi allo scavo ma ai costi energetici e quindi l’inquinamento che deriverebbe da una struttura che necessita di riscaldamento, climatizzazione, illuminazione, impianti di discesa e risalita.

Nei giorni scorsi anche il Comitato per la Bellezza ha prodotto un documento, sottoscritto da numerose personalità del mondo della cultura e dell’urbanistica come Vittorio Emiliani, Gaia Pallottino e il sottosegretario Luigi Manconi: il documento manifesta l’assurdità di un progetto privo delle condizioni essenziali per qualificare un museo che dovrebbe rappresentare l’avvio di una stagione di valorizzazione e salvaguardia del parco di Villa Ada.

Villa Ada compie, quest’anno, i dieci anni dall’avvenuto esproprio e dalla riapertura al pubblico della parte acquisita grazie ai finanziamenti dello Stato per Roma Capitale: proprio per affermare il ruolo dello Stato per garantire la corretta gestione di un patrimonio della collettività l’Associazione “Amici di Villa Ada” chiede che sia dato corso a quanto previsto nel 1997 anche grazie all’impegno di Antonio Cederna.

Oggi Villa Ada rappresenta un patrimonio pubblico di valore inestimabile: le associazioni chiedono che sia gestito correttamente, recuperando l’importante patrimonio immobiliare rappresentato dagli edifici storici che versano in uno stato di abbandono e degrado e creando attività che facilitino la fruizione e il godimento. Occorre pertanto che il Museo rappresenti uno degli elementi di recupero dell’area realizzato con progetti ecocompatibili, a basso impatto e in grado di avvicinare i bambini al sano rapporto con la natura.

Gli Amici di Villa Ada ribadiscono la volontà di collaborare con il Comune di Roma per affermare i principi della partecipazione democratica alle scelte di recupero del parco, agendo per la sua tutela e per dare alle future generazioni la possibilità di fruire di questo bene comune.

 

Roma, 31 maggio 2007

mercoledì 30 maggio 2007

L'associazione Amici di Villa Ada e il WWF incontrano il Comune di Roma

Si svolgerà domani, 31 maggio, alle ore 12,30 l'audizione delle Associazioni da parte della Commissione ambiente del Comune di Roma


Sala Commissioni – Via di Porta San Sebastiano, 2


Sarà l'occasione per ribadire la contrarietà a un progetto sbagliato, costoso e dannoso: per realizzare il museo del giocattolo a Villa Ada non è necessario scavare e costruire un nuovo edificio interrato di 15.000 metri cubi spendendo più di 5 milioni di euro!


Villa Ada ha bisogno di essere restaurata e gestita, per renderla fruibile dai cittadini e tutelare un patrimonio naturale, culturale e storico che non può essere compromesso con le intenzioni di edificare nuove costruzioni, ancor più se interrate e destinate ad attività collaterali (magazzini, ristorante, bibilioteca, ...).


Quale può essere il senso di investire ingenti risorse pubbliche per realizzare opere che potrebbero essere ospitate in altri edifici storici che necessitano di restauro?


Sopratutto quale può essere il senso di una decisione assunta senza alcun confronto e partecipazione con i cittadini?


Siamo contrari alla realizzazione del museo sotterraneo, in contrasto con le finalità del parco, sbagliato dal punto di vista della fruizione, perché i bambini non sono delle talpe e dannoso perché estremamente impattante sotto il profilo ambientale con costi enormi in termini di consumi di energia per illuminazione, riscaldamento, deumidificazione, impianti tecnologici, ... .


Se l'impegno di ciascuno, dei Governi e delle amministrazioni locali deve essere quello di contribuire a ridurre le emissioni e i consumi, per limitare i danni dei cambiamenti climatici, allora dobbiamo saper rinunciare a progetti inutili e dannosi, scegliendo soluzioni ecocompatibili, a basso impatto.


Partecipate all'incontro con la Commissione Ambiente!


inviate un messaggio email ad amicivillaada@yahoo.it

martedì 22 maggio 2007

firmate numerosi!

Scavare a Villa Ada per un museo del giocattolo?

 

Opponiamoci!




Sottoscrivi l’appello degli Amici di Villa Ada!

 

Manda una email a amicivillaada@yahoo.it

oppure firma in piazza verbano 14 - Roma

 

Al Sindaco di Roma Valter Veltroni

 

All’assessore alle politiche ambientali Dario Esposito

 

All’assessore all’urbanistica Roberto Morasut







All’assessore alla cultura Silvio Di Francia



  

Il progetto del Museo del giocattolo, presentato dal Comune, prevede un ampliamento delle strutture destinate al Museo con la realizzazione di volumetrie aggiuntive (15.000 metri cubi!) costruite nel sottosuolo.

 

Questa modifica al progetto richiede una variante al Piano Regolatore che sarà sottoposta al Consiglio comunale nelle prossime settimane.

 

Sono soluzioni che rischiano di incidere sia sul contesto naturale e culturale di Villa Ada sia sulle stesse modalità di fruizione e accessibilità del Museo.

 

Le scelte progettuali, basate sulla necessità di realizzare alcune strutture interrate, presuppongono sia ingenti costi di realizzazione (circa 5 milioni di Euro!) e di gestione, sia il rischio di manomissione del patrimonio naturale e culturale.

 

Ulteriori dubbi emergono circa la funzionalità didattica di un Museo, destinato principalmente ai bambini e alle scolaresche, che si sviluppa in sale sotterranee, in aperta contraddizione con un modello di fruizione di un parco, che dovrebbe assicurare il contatto diretto con la natura.

 

Si chiede pertanto al Sindaco Veltroni di recuperare gli edifici esistenti che oggi sono fatiscenti e abbandonati preferendo interventi coerenti con gli obiettivi di economicità e di uso razionale delle risorse della collettività.




sabato 19 maggio 2007

la mozione approvata all'unanimità dal consiglio comunale di roma

mozione_cc_20feb2006con questa mozione, approvata il 20 febbraio 2006, il Consiglio comunale ha impegnato la Giunta Veltroni a operare per una migliore gestione di Villa Ada, nel rispetto della Carta di Firenze, del 1981, sui giardini e le ville storiche.

un articolo di silvia vegetti finzi

eco10L’ambiente artificiale e i nostri figli


Bambini e natura, contatto perduto

di Silvia Vegetti Finzi

 

Siamo tutti d’accordo che il corpo non è un accessorio, che noi non abbiamo

un corpo ma siamo il nostro corpo. Tuttavia questa consapevolezza resta lettera

morta e l’educazione dei bambini procede enfatizzando la comunicazione mediata,

simbolica, astratta, a scapito del contatto diretto, concreto, sensibile con le cose.

Tra le “cose” di cui i bambini sentono principalmente il bisogno vi sono quelle che

non si comprano, come l’aria, la terra, l’acqua, l’erba, le piante, gli animali. Ben presto

le conoscono attraverso la televisione, i libri, il cinema, sanno nominarle, persino

in termini scientifici, disegnarle, classificarle, ma tutto finisce lì.

Se impariamo a osservare i comportamenti dei più piccoli, ci accorgiamo ben

presto che le loro esigenze sono altre: non vedono l’ora di calpestare le aiuole, bagnare

le scarpe nelle pozzanghere, lanciare i sassi, cogliere fiori e frutti, tirare la coda al gatto,

inseguire i piccioni, osservare le formiche.

Incapaci di cogliere e valorizzare questi impulsi, gli adulti reagiscono per lo più

con sgridate e minacce, come se l’ordine, la pulizia, la sicurezza e il decoro fossero più

importanti del piacere di utilizzare il corpo, rischiare l’avventura, espandere le proprie

potenzialità e incontrare i propri limiti, di vivere insomma nel senso pieno del

termine. Sì, perché proprio di vita si tratta, di vita nella natura. I due termini sono stati

per secoli un binomio inscindibile e solo da poco abbiamo imparato a separarli,

contrapporli e... dimenticarli. Col risultato che una generazione attenta alla forma

fisica sta allevando dei piccoli obesi.

Con questo libro, che giunge quanto mai opportuno, Richard Louv ci invita a

riconoscere e riconnettere le due dimensioni, non per tornare indietro, ma per andare

avanti, per utilizzare i sensi intorpiditi e le membra anchilosate da rapporti sociali

che prevedono solo l’uso della testa, lasciando il mondo, posto sotto vetro, al di là

dello schermo.

I nostri bambini incontrano per lo più la natura durante le vacanze, a casa dei nonni,

nelle gite del fine settimana o d’estate al mare o in montagna. Ma il loro contatto

con il mondo naturale è costantemente ostacolato da vincoli ambientali: un’interpunzione

capillare di divieti, interdizioni, consigli e suggerimenti inibisce un rapporto

diretto del corpo con l’ambiente. È proibito calpestare i campi, cogliere fiori e frutti,

avvicinarsi troppo agli animali, scalare le rocce, immergersi in acque non protette,

uscire dagli spazi delimitati dalle spiagge, raccogliere le conchiglie, tirare i sassi, costruire

una capanna di frasche, rifugiarsi tra i rami di un albero. La parola d’ordine è

ovunque: guardare e non toccare! Gli steccati posti dai regolamenti pubblici vengono

poi esasperati dalle proibizioni familiari.

In una società che vuole essere assicurata su tutto, che rifiuta ogni rischio, nessuno

osa affrontare l’eventualità che un bambino cada, si sbucci le ginocchia, si

scheggi un dente, smarrisca la strada, faccia un brutto incontro. Con la conseguenza

che il mondo esterno, privo di bambini, diventa sempre più pericoloso per il bambino

che vi si avventuri. La nostra vita è caratterizzata dalla paura: il lupo è ormai

ovunque. I confini dei nostri figli stanno diventando sempre più stretti perché, come

è stato provato, la percezione della pericolosità del mondo esterno supera di gran

lunga i pericoli reali. Ma se la natura è solo da vedere, pensano molti, tanto vale farlo

comodamente sdraiati dal divano di casa.



articolo tratto dal mensile Ecomondo - VITA - maggio 2007

 

il comunicato del Comitato per la Bellezza

anche il Comitato per la Bellezza, con le firme di Vittorio Emiliani, Gaia Pallottino, Luigi Manconi, Vezio De Lucia, Paolo Berdini, e altre personalità del mondo della cultura ha preso posizione sul progetto di realizzare un museo per i bambini scavando nel sottosulo di Villa Ada

FIRMATE L'APPELLO PER CHIEDERE AL COMUNE DI ROMA LA REVISIONE DEL PROGETTO DEL MUSEO DEL GIOCATTOLO!


 


firma anche tu in piazza verbano 14