Associazione Amici di Villa Ada

Associazione Amici di Villa Ada
dal 1987 per la tutela del parco pubblico

sabato 19 giugno 2021

Incuria, indifferenza e trascuratezza: Villa Ada, il bene comune dimenticato

In una radura, tra ciò che rimane di un bosco mai curato, danneggiato da incendi e abbandono, è sorto, da mesi un parcheggio. Abusivo è dir poco perché è semplicemente un luogo invaso dalle auto senza che nessuno abbia provato ad arginare questa ulteriore aggressione all’ambiente.

Alle pendici di Monte Antenne, approfittando di una barriera rimossa, calpestando il suolo e portando degrado al degrado, sotto gli occhi di tutti, delle istituzioni che dovrebbero occuparsi della gestione e della manutenzione del bene comune.

Ma è la foto di un abbandono che non ha responsabili: una villa storica che ha un accesso che non tutela i pedoni e i ciclisti ma si presenta come un luogo senza regole né rispetto. Tutta la strada che conduce all’ingresso di Villa Ada, via del ponte salario, è un ammasso di auto parcheggiate ovunque, in sosta vietata, restringendo la carreggiata limitando la circolazione, anche, soprattutto, nel caso dovessero arrivare dei mezzi di soccorso. Una striscia di marciapiede senza protezione, l’immancabile rete di plastica arancione da pollaio, auto e scooter in ogni centimetro di spazio.

Proseguendo la strada lascia intravedere, nei bordi, rifiuti abbandonati e incuria, come se nessuno dovesse preoccuparsi di cosa accade in questa zona di Roma che attraversa uno dei parchi più estesi, che comprende anche un’area archeologica.

Si scrivono ordinanze, si prevedono divieti e prescrizioni ma poi tutto è lasciato così, nell’incuria e nell’indifferenza: associazioni e comitati hanno presentato un esposto alla Sindaca di Roma affinché non si possa dire “non sapevamo” “non abbiamo visto”.

Non è un parcheggio abusivo, non è sosta selvaggia: è l’indifferenza e l’incapacità di
un’amministrazione di curare il patrimonio pubblico rendendolo accessibile e adottando regole da far rispettare: i parchi devono poter essere fruiti dai cittadini in modo concreto, evitando il caos delle auto che rappresentano un pericolo per chi cammina. Forse si potrebbe sperimentare una navetta che colleghi il parcheggio antistante la Moschea, forse si potrebbe creare un percorso protetto per raggiungere il cancello di ingresso, forse si potrebbe risistemare l’area circostante: tante soluzioni che dovrebbero essere valutate e prese in considerazione, abbandonando una logica fondata sull’improvvisazione e sul degrado consolidato. Forse.

 

domenica 16 maggio 2021

Villa Ada, una storia che continua

Abbiamo scelto un modo differente per celebrare i primi 63 anni di Villa Ada, il grande parco pubblicò che fu trasferito al Comune di Roma il 18 maggio 1958, rendendo disponibile alla cittadinanza i suoi prati, i suoi viali, i suoi boschi: abbiamo deciso di restituire dignità alla memoria.

Un sabato pomeriggio abbiamo percorso i viali di Villa Ada con una scala e un secchio per ripulire le targhe che ricordano persone che hanno dedicato la vita per far crescere la cultura e l'idea del bene comune come elemento fondante di una collettività. Ci siamo fermati a osservare, leggendo le schede che ripercorrono le tappe della vita di chi, come Augusto Ciuffini, Luigi Pintor, Don Luigi di Liegro, Sophie e Hans Scholl, Don Lorenzo Milani, Jiri Pelikan, Jean Monnet, Federico Chabod, Don Giuseppe Dossetti, ha lasciato un segno, ha indicato un ideale in cui credere.

Viviamo un momento strano, difficile e confuso e oggi, è ancor più giusto tutelare la memoria e rafforzare le radici della comunità, per guardare avanti, per immaginare il futuro che è descritto anche nei nomi di queste targhe.

Grazie a Osservatorio Sherwood e Leprotti di Villa Ada che hanno condiviso con noi questo momento di impegno civile e di resistenza morale.


qui il post che ricorda il 18 aprile 1958



lunedì 10 maggio 2021

Villa Ada, i passi dentro la memoria

Un grande parco pubblico, che è frequentato ogni giorno da migliaia di cittadini, dall’alba al tramonto, come recitano i cartelli un po’ offuscati dal tempo e dalla sporcizia.

Viali e un largo che ricordano personaggi che hanno dedicato impegno e passione per la cultura, per la società civile, per il progresso della collettività: eppure le targhe che danno un nome ai percorsi sui quali camminiamo e corriamo tutti i giorni sono lasciate nell’incuria: sporche, illeggibili, trascurate e dimenticate come se il destino di Villa Ada fosse solo questo.

Non è detto che il destino e l’indifferenza non si possano contrastare: le associazioni e i comitati che hanno avuto un ruolo nella protezione di Villa Ada, del patrimonio naturale e culturale, curando la memoria e battendosi per la difesa della trasparenza e della legalità non si adeguano a questa logica dell’abbandono e della distrazione.

Per questo sabato 15 maggio 2021 si svolgerà l’operazione Rinfreschiamo la Memoria, l’occasione per ripercorrere il ricordo dei personaggi ai quali sono dedicati gli spazi di Villa Ada e ribadire che il bene comune deve essere curato e sottoposto a manutenzione costante.

Un appuntamento per ricordare, a chi ha poca memoria, che Villa Ada e la città hanno bisogno di essere custodite.

qui la locandina dell'iniziativa 


qui la mappa delle targhe 


 

 

sabato 8 maggio 2021

Le regole, le idee e le proposte

Lo abbiamo ribadito, con coerenza e con fermezza: Villa Ada è un grande parco pubblico, frutto dell’impegno di cittadini e associazioni che si sono battute, da sempre, per garantirne l’integrità e la gestione.

Un parco pubblico che il 18 maggio celebrerà i suoi primi 63 anni di apertura, per il godimento di tutti; un periodo storico che ha visto, più volte, minacce di manomettere il patrimonio collettivo rappresentato dai boschi e dalle praterie, dagli edifici e dalla cura degli equilibri degli ecosistemi; un impegno continuo che ha permesso di ottenere l’inserimento nella Legge per Roma Capitale e l’utilizzo di fondi per garantire l’esproprio di aree che rischiavano di essere edificate.

Le regole e i vincoli posti a tutela di Villa Ada sono la condizione essenziale e inequivocabile per far sì che il sistema naturale sia preservato e continui a esserlo, per permettere di tramandare alle generazioni future questo insieme di elementi paesaggistici, ambientali e culturali: occorre ripeterlo con forza perché è su queste regole che si basa l’idea stessa di istituire e proteggere un sistema ecologico complesso, elemento insostituibile per il futuro.

Accogliamo con interesse, per questo motivo, le indicazioni espresse lo scorso 7 maggio dalla Soprintendenza di Roma: i progetti che prevedono interventi sull’area di Villa Ada devono risultare coerenti con le norme di salvaguardia e per nessun motivo si deve ipotizzare di aggirare gli strumenti posti in atto per garantire la conservazione dell’ambiente.

Ripetiamo quanto espresso più volte: è necessario un quadro coordinato e strutturato per la gestione del Parco, coerente con le normative e con gli strumenti di pianificazione territoriale. Progetti e proposte possono trovare collocazione in un ambito che abbia come fondamento la visione complessiva del bene pubblico, nel rispetto delle regole e con la compatibilità con gli usi e le funzioni svolte dal Parco.

Proseguiremo il nostro impegno in difesa di Villa Ada con lo spirito che ha animato le centinaia di cittadini che hanno dedicato tempo e passione per la salvaguardia di un grande parco pubblico; continueremo a seguire con attenzione quanto avviene, ribadendo la necessità del rispetto delle regole basilari di trasparenza e legalità.

 

il parere della Soprintendenza 





 

giovedì 22 aprile 2021

Villa Ada, i tagli degli alberi e l’assenza di un piano

Le associazione i comitati hanno scritto, il 21 aprile, a Roma Capitale chiedendo, per l’ennesima volta, che sia assicurata trasparenza e informazione sulla cura e la manutenzione del Parco.

I tagli procedono in modo troppo sbrigativo e senza che sia data la pur minima comunicazione su come si sta operando, sulla base di quali valutazioni e con indicazioni su come sarà ricostituito il patrimonio arboreo che è parte essenziale di Villa Ada, del suo aspetto e del suo ruolo per tutelare la biodiversità e l’ecosistema.

Da troppo tempo si attende e si reclama un piano di gestione del Parco, un’area di 160 ettari, che dovrebbe contenere indicazioni e programmazione su come operare per la conservazione e la tutela, per garantire la fruizione e gli equilibri naturali.

A parole si annunciano interventi, migliorie, investimenti ma, purtroppo, si assiste a lavori svolti in modo intempestivo e senza una necessaria attenzione per gli aspetti naturalistici e garantendo un’adeguata partecipazione dei cittadini.

Villa Ada è un grande parco urbano ma continua, da decenni, a essere considerato come un’aiuola, come un luogo da gestire senza lungimiranza e considerazione per la complessità degli ambienti naturali e per il valore sociale che svolge, con ecosistemi che in ambito urbano sono rari e fragili.

Si continuerà a richiedere attenzione e competenza per assicurare il futuro di Villa Ada e oggi, 22 aprile, data che in tutto il mondo celebra l’Earth Day è ancor più significativo pretendere un cambio di passo per la salvaguardia del Parco e del suo ecosistema.

 

hanno sottoscritto la richiesta a Roma Capitale:

Associazione Amici di Villa Ada

Associazione Amici dei Pini di Roma

Associazione AMUSE

Associazione Artù

Associazione Carteinregola

Cittadinanzattiva Nomentano-Trieste

Comitato amici di Piazza Verbano

Comitato Salviamo i Pini di corso Trieste

gruppo di lavoro per il Parco Nemorense

Osservatorio Sherwood

 


venerdì 16 aprile 2021

Villa Ada e GRAB: la discussione in Commissione Mobilità-Ambiente


Villa Ada e proposta di un tratto del GRAB: la Commissione consiliare Mobilità-Ambiente per ascoltare le opinioni delle associazioni e dei cittadini in relazioni a dubbi e perplessità sulle soluzioni progettuali.

Un incontro necessario, sollecitato da molte associazioni proprio per far sì che le problematiche connesse fossero discusse e portate all’attenzione dell’Amministrazione Capitolina.

Importante che siano stati ribaditi gli aspetti relativi alla regolamentazione e alla presenza di vincoli posti sull’area di Villa Ada e che sia stato dato rilievo a quanto le associazioni hanno fatto emergere affinché il progetto tenga in considerazione le criticità.


Resta la constatazione che il tempo reso disponibile per esporre le posizioni delle associazioni e dei comitati è stato troppo ristretto: molte osservazioni contengono elementi di dettaglio, con riferimenti ai documenti di pianificazione e alla normativa vigente.

Ribadiamo la necessità di:

  • approfondire la valutazione di impatto del progetto, considerando le fragilità ambientali e storico-archeologiche dell’area;
  •  considerare percorsi alternativi;
  • adottare misure di controllo e distinti per regolamentare i flussi, nel rispetto dei fruitori del parco, tutelando i pedoni.  

 qui il link per rivedere la riunione della Commissione


martedì 6 aprile 2021

Villa Ada: se ne parla tanto ma resta l’abbandono


Per capire meglio, per comprendere le origini del degrado e dell’abbandono del bene comune occorre mantenere alta l’attenzione: Villa Ada è un esempio di questa dimenticanza, di questo patrimonio inestimabile e trascurato.

Molte parole, a volte fuori dalla misura, sono state spese sul parco pubblico, sui progetti e sulle finalità a cui destinare parte di questo luogo così importante per il benessere dei cittadini: molte voci che hanno alimentato un dibattito serrato ma senza che, mai, si aggiungesse la parola di chi ha la responsabilità di amministrare, di rappresentare la volontà dei cittadini. Sono mancate le posizioni di chi ha incarichi politici, di maggioranza e di opposizione, facendo notare, ancora una volta, l’assenza e il disinteresse per il futuro di questo grande parco pubblico e una volontà chiara di tutela del verde urbano e della manutenzione della città.

I progetti appaiono quasi per caso ma incidono su un territorio che aspetta da anni un indirizzo chiaro in termini di gestione e manutenzione, con la definizione di interventi che non siano estemporanei quanto, piuttosto, coordinati e pianificati, come sarebbe necessario per agire nell’ottica di tutelare ecosistemi complessi, con un’estensione di 150 ettari, con parti di bosco e macchia che non possono essere considerati come delle aiuole.

La foto che descrive il degrado è quella del centro remiero che, ai bordi del lago, avrebbe potuto costituire un’attività importante per estendere le possibilità di svago e fruizione, offrendo alla cittadinanza un’occasione per godere di questo patrimonio pubblico, facilmente raggiungibile e a disposizione di tutti: una catapecchia in disuso, con vetri rotti e rifiuti abbandonati sotto gli occhi di tutti, anche degli amministratori che si trovassero a passare da lì.

Da tempo si chiede il recupero e la valorizzazione del cancello monumentale su via salaria ma da anni si rinvia, si susseguono incontri e proposte progettuali per la posa in opera di qualche parapedonale; da tempo si evidenzia la pericolosità del marciapiede, troppo stretto e spesso occupato da auto in sosta; da sempre si propone di rendere più sicuri gli attraversamenti pedonali e di risolvere i problemi connessi al traffico veicolare all’interno del parco; la casa dell’ex-guardiano avrebbe potuto essere un centro visite e accogliere i visitatori ma si è preferito lasciarla abbandonata; il tempio di Flora è un luogo che incute paura e attira degrado; le ex-scuderie reali sono fatiscenti e pericolanti, lasciate così, come un esempio di inadeguatezza e mancanza di capacità progettuale. Il casale della Finanziera è uno dei simboli di questa sconfitta, con i segni del vandalismo e dell’incapacità di proteggere qualcosa che appartiene alla collettività. Un elenco lungo e doloroso soprattutto se riferito alle battaglie per tutelare Villa Ada, ottenere l’esproprio per evitare speculazioni immobiliari: un elenco che descrive l’assenza di un piano, il vuoto della politica che non si fa carico del futuro di questo patrimonio naturale, storico, archeologico.

Un progetto per Villa Ada, per ricostruire la rete di sentieri, la fruizione e il godimento; il recupero di manufatti abbandonati; la gestione forestale del patrimonio arboreo con piani di assestamento e di manutenzione costante.

Questi sono i motivi per cui continueremo a restare coerenti con le nostre idee, difendendo l’integrità di Villa Ada e denunciando manomissioni e abbandono: lo facciamo perché conosciamo la storia e abbiamo percorso mille volte questi sentieri e vogliamo guardare al futuro, mantenendo alta l’attenzione e non rinunciando ai nostri principii.

Si avvicina una nuova fase elettorale e sarà interessante ascoltare le idee e gli impegni che i candidati alla guida della città e del municipio vorranno esprimere verso il verde pubblico, le ville storiche, la manutenzione del bene comune. Ci saremo, con le nostre opinioni e con le nostre critiche, come abbiamo fatto sempre, senza timori e indugi.

sabato 3 aprile 2021

Il senso della misura

 

Si discute e si litiga per un tracciato di un paio di km di ciclovia turistica che dovrebbe attraversare un parco pubblico di Roma. Il parco è Villa Ada, un grande ecosistema urbano di oltre 150 ettari, con una lunga storia di violazioni, espropri e battaglie per garantirne l’integrità e la finalità di area verde a disposizione dei cittadini. La ciclovia è il GRAB, una dorsale di circa 44 km che congiungerà i punti turistici che descrivono la grande bellezza di Roma: il Colosseo, i Fori imperiali, Villa Borghese, la via Appia Antica…

Forse in modo inaspettato l’Amministrazione Capitolina si è trovata di fronte a osservazioni e dubbi, espressi da associazioni e comitati che da decenni si occupano del bene comune e della salvaguardia degli aspetti naturali e culturali del Parco. Il progetto, presentato poche settimane fa con incontri con i responsabili dell’Agenzia per la mobilità, ha reso evidenti alcune incongruenze che è opportuno chiarire e affrontare, con l’idea di rafforzare l’idea stessa di dotare la città, dopo anni e anni di disattenzione e ritardo, di una rete ciclabile degna di questo nome.

Il progetto, forse per attenuare il contrasto con il traffico veicolare che pervade ogni angolo di Roma, prevede il passaggio all’interno di parchi e riserve naturali, inserendo in modo affrettato e poco attento un flusso di biciclette in aree che, per caratteristiche ambientali, sono destinate ai cittadini che le frequentano a piedi, con bambini e cani. Aree particolarmente importanti perché rappresentano i luoghi tutelati dove trovare il contatto con l’ambiente naturale e il silenzio dei sentieri dove camminare lentamente.

Due km di ciclovia, con fondo creato appositamente, con piccole infrastrutture a servizio (stazioni di ricarica elettrica, …) che attraverserebbero una delle parti più selvagge, a tratti intricata e sconnessa ma affascinante perché è proprio qui che è possibile immergersi un’isola naturale dove talvolta è udibile il picchio che modella il legno morti dei grandi alberi.

I progettisti hanno trovato una soluzione comoda, che non interferisce con la viabilità ordinaria, non sottrae spazio alle auto, non richiede il rispetto delle norme del codice della strada: ma è un percorso promiscuo in cui le bici, questa volta non necessariamente lente e attente al contesto, e i cittadini si dovrebbero trovare a coesistere, schivando pericoli e collisioni.

Il valore della fase di partecipazione di un progetto serve proprio a questo: far emergere critiche e osservazioni che è necessario valutare e considerare, adottando strumenti che permettano di confrontare alternative e azioni di mitigazione; una pratica consolidata, in uso per grandi infrastrutture e attività che si prevede possano avere impatti sull’ambiente, sulla salute e sul territorio. Più che giusto, quindi, far sì che la partecipazione sia ampia e aperta, attivando processi di ascolto e di confronto che permettano di elaborare progetti condivisi e capaci di acquisire forza dalla collaborazione di quanti vivono i luoghi e ne conoscono le fragilità e i fabbisogni.

Purtroppo non sempre accade che la partecipazione sia considerata un valore aggiunto e si preferisce innescare la contrapposizione, a volte ideologica, tra fronti incapaci di trovare un percorso di dialogo: c’è chi ritiene di poter assegnare ad altri il bollino di “ambientalista” e chi preferisce adottare la strada della protervia e dell’ironia senza argomenti, seguendo la modalità del “buttarla in caciara”.

Ma i due km di ciclovia promiscua all’interno di Villa Ada sono un esempio di come si preferisca non confrontarsi, adeguando le scelte all’esigenza di far passare le bici dove è più comodo, sottovalutando impatti e criticità. Una discussione senza costrutto, fondata sull’attribuire l’idea originaria ad Antonio Cederna che, scomparso nel 1996, ebbe a che fare con una realtà differente e si batté, in prima persona, per tutelare i parchi e garantire l’esproprio per aprire il parco ai cittadini: ma da allora sono trascorsi decenni, la società è cambiata, sono cambiate le esigenze di fruire del verde pubblico e, oggi più che mai, con la pandemia, si è compreso il valore degli ecosistemi protetti nelle aree urbane. Si è compreso anche il bisogno di cambiare il concetto di mobilità urbana, adottando scelte che vadano nella direzione di ridurre l’uso delle auto per privilegiare la mobilità ciclistica e pedonale, ma all’esterno delle aree sottoposte a vincolo ambientale, non all’interno dei parchi.

Il dibatto sui 2 km di GRAB dentro Villa Ada deve significare un cambio di passo: progetti calati d’alto, senza la dovuta ponderazione della possibilità di creare un’incidenza negativa sugli ecosistemi e sui modelli di fruizione, devono essere ripensati, adeguando le scelte infrastrutturali con una città capace di futuro, chiamata a colmare decenni di ritardo e preparando gli ambienti urbani a rispondere alle sfide del cambiamento climatico e dell’uso degli spazi pubblici.

Questi sono i motivi per cui continueremo a impegnarci per il bene comune, per la salvaguardia di Villa Ada e dell’ambiente naturale, ricordando il valore del capitale naturale e il senso dell’impegno di chi ha voluto che il parco fosse un grande e unico sistema naturale a disposizione dei cittadini.

 


mercoledì 10 marzo 2021

Italia Nostra esprime la posizione sul GRAB a Villa Ada

 

"Esistono alternative a questo tracciato inopinatamente e forzatamente inserito in una villa storica."


I dubbi manifestati dall'Associazione Amici di Villa Ada su un progetto che non è stato condiviso con i cittadini che vivono e frequentano il Parco ogni giorno trovano conferma nella posizione espressa da Italia Nostra, pubblicato nei giorni scorsi sul sito.

Continueremo a seguire la vicenda per comprendere come si possa giungere a predisporre un progetto che ha degli impatti sull'ambiente e sugli equilibri naturali del Parco senza un'adeguata attività di ricerca e di studio preliminare.


il link a Italia Nostra


domenica 7 marzo 2021

Villa Ada e il GRAB


La posizione dell’Associazione Amici di Villa Ada che, dal 1987, si occupa della storia e della tutela di questo importante patrimonio pubblico, sul progetto di realizzare un tratto di ciclovia turistica all’interno del Parco.


L’ipotesi di attraversamento di Villa Ada con la costruzione di un percorso ciclabile secondo Il tracciato indicato nella proposta presentata dall’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità, con la consulenza dello Studio Ferretti, relativa al segmento via Panama - via di Ponte Salario va inquadrata nella normativa cui è sottoposta la Villa. In particolare:


  • con D.M. 14 12 95 la Villa è stata sottoposta a tutela assoggettandola alle disposizioni di cui alla legge 1.6.1939, n. 1089;
  • la destinazione urbanistica è secondo il vigente PRG zona N;
  • il piano di utilizzazione della villa, approvato in data 11 marzo 1994 con accordo di programma, è uno strumento urbanistico che definisce gli usi di aree e immobili e all’articolo 6, sul sistema dei percorsi, prevede percorsi naturalistici didattici, percorsi odorosi, percorsi vita e non prevede assolutamente percorsi ciclabili all’interno del parco;
  • la CARTA DEI GIARDINI STORICI DETTA "CARTA DI FIRENZE" prevede nell’ambito del parco a carattere museale unicamente interventi di restauro conservativo, di restauro del giardino e della vegetazione esistente.

Ciò premesso il progetto risulta anche molto invadente per diversi motivi:

  1. ·       può ledere il principio di rispetto assoluto delle preesistenze archeologiche;
  2. ·       può creare ostacoli e intralcio nell’area molto frequentata da pedoni e bambini in quanto quello individuato si svolge, nel tratto iniziale, lungo il laghetto dove sussistono diverse attività tra cui l’area giochi con giostre; l’ingresso dall’entrata di via ponte Salario poi non prevede alcuna distanza né differenziazione dei flussi, con il rischio potenziale di creare intralcio, tra gli utenti.


Successivamente il percorso si inserisce nella valle, che costeggia le due colline, per procedere in direzione SW, verso via Panama. Si tratta di un’area particolarmente boscata con un sentiero di dimensioni limitate e in questo caso si verificherebbe un sovraccarico dei flussi di persone a piedi e in bicicletta.

Ricordando inoltre che Villa Ada ha un assetto morfologico e vegetazionale particolare e presenta un’elevata diversità di ambienti che assicurano una notevole ricchezza biologica, a causa dell’elevato numero di zone ecotonale e di nicchie ecologiche ivi presenti, qualsiasi intervento può determinare un’alterazione degli habitat faunistici e vegetazionali e il progetto si sviluppa proprio nella parte di maggior valore naturalistico.

La realizzazione di una pista ciclabile può creare infatti una serie di impatti negativi sia in fase di cantiere che di esercizio.

In fase di cantiere può alterare lo stato dei luoghi in quanto determina:

  • ·       interruzione di habitat per la fauna
  • ·       sottrazione di vegetazione
  • ·       disturbo acustico per la fauna
  • ·       modifica del regime idraulico

In fase di esercizio gli impatti previsti sono:

  • ·       sovraccarico di flussi

Un percorso ciclabile di 3,5 metri di larghezza – come prospettato dal progetto - all’interno di Villa Ada risulterebbe decisamente invasivo indebolendo il tranquillo godimento dell’area protetta. E’ difficile immaginare un’adeguata realizzazione del percorso ciclabile visto che – come evidenziato nelle foto della presentazione – il percorso (peraltro immaginato su cartografia storica) dovrebbe estendersi per lo più lungo sentieri o stretti tracciati che dovrebbero essere quindi rimodellati con la conseguente alterazione dello stato dei luoghi. Il circuito ciclabile rischierebbe di trasformarsi in una superstrada a svantaggio degli altri frequentatori del parco: pedoni, jogger, bambini, famiglie con passeggini. 

La ciclabile non deve in alcun modo limitare le altre categorie di utenti e frequentatori dell’area. Inoltre la soluzione proposta per il tracciato in “terra stabilizzata” non chiarisce come verrà eseguito l’intervento e i risultati dello stesso. Riteniamo che né migliorando i materiali né il percorso, né attrezzando telecamere per dissuadere la velocità dei ciclisti né con altri escamotages si potranno risolvere le criticità in parte già esposte nella stessa presentazione dello Studio Ferretti.

Vogliamo sottolineare il fatto che in generale non siamo pregiudizialmente contrari alla realizzazione del GRAB ma non vediamo assolutamente possibile per tutti i motivi esposti sia di carattere normativo che di rispetto ambientale un progetto di percorso ciclistico in aree a rischio come appunto Villa Ada

Ricordiamo che il GRAB è inquadrato nel sistema di “ciclovie turistiche” va quindi inserito in un percorso alternativo, come ad esempio facendo correre la ciclabile all’esterno di Villa Ada, nella area della Moschea, tra l’altro già servita dalla metropolitana Roma-Viterbo molto frequentata, anche potenziando l’esistente collegamento della ciclabile dell’Olimpica, collegando via della Moschea, viale Parioli, l’Auditorium e via Salaria.

Sarebbe infatti auspicabile rendere verde e fruibile la città, aumentando sempre più l’inserimento dei percorsi ciclabili nelle vie di traffico ordinario rimodellandole attorno a principi di maggior uso di mezzi pubblici con la conseguente salvaguardia dei parchi, rovesciando l’attuale filosofia del GRAB che prevede 30 km attraverso parchi e ville e solo 15 su viabilità ordinaria.

In alternativa il tracciato potrebbe essere riposizionato all’esterno di Villa Ada, intervenendo per la riqualificazione della strada che attualmente è aperta al traffico veicolare (via di Ponte Salario). In questo caso la strada potrebbe essere limitata alla circolazione pedonale e ciclabile, permettendo di raggiungere l’area archeologica e storica di Monte Antenne per poi proseguire in direzione della Moschea e di viale Romania – piazza Ungheria.