Il Corriere della Sera di oggi, 15 settembre, in una articolo che ricostruisce i legami tra politica e affari, all'ombra della Regione Lazio, riscopre il giro di nomi che ruotarono attorno al progetto di "valorizzare" Villa Ada.
l'articolo del Corriere della Sera a firma di Sergio Rizzo
Il Tempio di Flora e una considerevole parte del parco rischiarono di essere trasformati in un ristorante per eventi e banchetti, il tutto sulla base di una convenzione firmata dal Comune di Roma, con impressionante leggerezza, a favore di un'ATI quanto meno bizzarra che prevedeva un ruolo per il WWF Italia, poi dimostratasi inesistente.
Una speculazione bella e buona, portata a termine con furberie e atti dimostratisi falsificati, che attribuiva il tutto per un canone annuo di 1.800 euro.
Grazie all'impegno delle Associazioni di cittadini l'inghippo fu portato alla luce e il Comune di Roma revocò la concessione alla società Antiqua 2001.
Dopo qualche si affacciò l'idea di realizzare il Museo del Giocattolo: ma questa è un'altra storia. Anche in questo caso strane coincidenze e nomi che appaiono, non casualmente, tra le carte che, fino al 2008, individuavano Villa Ada come la sede del museo.
Ecco che, a distanza di anni, i nomi si riaffacciano e si ricostruiscono i legami tra interessi speculativi che hanno messo in grave difficoltà il futuro di Villa Ada.
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