Associazione Amici di Villa Ada

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dal 1987 per la tutela del parco pubblico
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domenica 27 febbraio 2022

Il valore di una pozzanghera

A Roma, da qualche mese, si è innestata la polemica sul GRAB, una ciclovia che in alcuni tratti dovrebbe attraversare parchi e aree protette.

Un’idea che non ha visto un parere concorde da parte di tutti: il passaggio in aree fragili, destinate alla fruizione pubblica anche allo scopo di allontanare i rischi connessi al traffico e al transito di veicoli, è diventato la soluzione per realizzare una ciclovia turistica, finanziata dal Ministero per le infrastrutture e la mobilità sostenibile.

Si tratta di aree sulle quali sono vigenti vincoli e dovrebbero essere attuate misure di protezione del paesaggio e della biodiversità ma, per chi sostiene il GRAB, si tratta del modo per “valorizzare” i percorsi ciclabili e incrementare la fruizione da parte di ciclisti.

Dispiace assistere a una polemica che usa i toni tipici di un dibattito fuorviante, intriso di protervia e arroganza: si preferisce negare il confronto sugli aspetti di criticità e adottare modi già visti, in altre occasioni, in cui chi difende l’ambiente viene descritto come “anima bella” e contrario al progresso.

Un frammento di zona umida, in un’area centrale della città, non dovrebbe essere chiamata “pozzanghera”: è un modo di agire che dimostra nervosismo e povertà di argomenti; usare la fragilità di un’area che, comunque, svolge una funzione legata alla tutela della biodiversità e potrebbe significare molto in termini di restauro naturale, per colpire associazioni, come il WWF Italia, che chiesero rispetto e salvaguardia per quel frammento di habitat, rappresenta un atteggiamento che preclude ogni tipo di ragionamento fondato su principi democratici.

Il GRAB si farà perché è opportuno che Roma si doti di un percorso ciclabile-turistico ma sarà obbligatorio attenersi ai vincoli e alle prescrizioni indicate da leggi e regolamenti; sarà necessario adottare soluzioni che non precludano la fruizione del parco a chi cammina preferendo inserire sullo stesso percorso un tragitto da percorrere in bicicletta, creando situazioni di rischio e disturbo; sarà necessario operare rispettando l’assetto della vegetazione ed evitando impatti derivanti da infrastrutture che, seppur “leggere”, possono incidere, in modo negativo, sugli equilibri esistenti.

Sono forme di confronto e dialogo che servono a creare maggiore partecipazione e condivisione sulle scelte e che, in qualche modo, l’Amministrazione comunale, titolare del finanziamento, dovrebbe favorire proprio perché sono alla base degli strumenti di valutazione dei progetti, a maggior ragione se si intendono realizzare interventi all’interno di aree tutelate.

 

venerdì 16 aprile 2021

Villa Ada e GRAB: la discussione in Commissione Mobilità-Ambiente


Villa Ada e proposta di un tratto del GRAB: la Commissione consiliare Mobilità-Ambiente per ascoltare le opinioni delle associazioni e dei cittadini in relazioni a dubbi e perplessità sulle soluzioni progettuali.

Un incontro necessario, sollecitato da molte associazioni proprio per far sì che le problematiche connesse fossero discusse e portate all’attenzione dell’Amministrazione Capitolina.

Importante che siano stati ribaditi gli aspetti relativi alla regolamentazione e alla presenza di vincoli posti sull’area di Villa Ada e che sia stato dato rilievo a quanto le associazioni hanno fatto emergere affinché il progetto tenga in considerazione le criticità.


Resta la constatazione che il tempo reso disponibile per esporre le posizioni delle associazioni e dei comitati è stato troppo ristretto: molte osservazioni contengono elementi di dettaglio, con riferimenti ai documenti di pianificazione e alla normativa vigente.

Ribadiamo la necessità di:

  • approfondire la valutazione di impatto del progetto, considerando le fragilità ambientali e storico-archeologiche dell’area;
  •  considerare percorsi alternativi;
  • adottare misure di controllo e distinti per regolamentare i flussi, nel rispetto dei fruitori del parco, tutelando i pedoni.  

 qui il link per rivedere la riunione della Commissione


sabato 3 aprile 2021

Il senso della misura

 

Si discute e si litiga per un tracciato di un paio di km di ciclovia turistica che dovrebbe attraversare un parco pubblico di Roma. Il parco è Villa Ada, un grande ecosistema urbano di oltre 150 ettari, con una lunga storia di violazioni, espropri e battaglie per garantirne l’integrità e la finalità di area verde a disposizione dei cittadini. La ciclovia è il GRAB, una dorsale di circa 44 km che congiungerà i punti turistici che descrivono la grande bellezza di Roma: il Colosseo, i Fori imperiali, Villa Borghese, la via Appia Antica…

Forse in modo inaspettato l’Amministrazione Capitolina si è trovata di fronte a osservazioni e dubbi, espressi da associazioni e comitati che da decenni si occupano del bene comune e della salvaguardia degli aspetti naturali e culturali del Parco. Il progetto, presentato poche settimane fa con incontri con i responsabili dell’Agenzia per la mobilità, ha reso evidenti alcune incongruenze che è opportuno chiarire e affrontare, con l’idea di rafforzare l’idea stessa di dotare la città, dopo anni e anni di disattenzione e ritardo, di una rete ciclabile degna di questo nome.

Il progetto, forse per attenuare il contrasto con il traffico veicolare che pervade ogni angolo di Roma, prevede il passaggio all’interno di parchi e riserve naturali, inserendo in modo affrettato e poco attento un flusso di biciclette in aree che, per caratteristiche ambientali, sono destinate ai cittadini che le frequentano a piedi, con bambini e cani. Aree particolarmente importanti perché rappresentano i luoghi tutelati dove trovare il contatto con l’ambiente naturale e il silenzio dei sentieri dove camminare lentamente.

Due km di ciclovia, con fondo creato appositamente, con piccole infrastrutture a servizio (stazioni di ricarica elettrica, …) che attraverserebbero una delle parti più selvagge, a tratti intricata e sconnessa ma affascinante perché è proprio qui che è possibile immergersi un’isola naturale dove talvolta è udibile il picchio che modella il legno morti dei grandi alberi.

I progettisti hanno trovato una soluzione comoda, che non interferisce con la viabilità ordinaria, non sottrae spazio alle auto, non richiede il rispetto delle norme del codice della strada: ma è un percorso promiscuo in cui le bici, questa volta non necessariamente lente e attente al contesto, e i cittadini si dovrebbero trovare a coesistere, schivando pericoli e collisioni.

Il valore della fase di partecipazione di un progetto serve proprio a questo: far emergere critiche e osservazioni che è necessario valutare e considerare, adottando strumenti che permettano di confrontare alternative e azioni di mitigazione; una pratica consolidata, in uso per grandi infrastrutture e attività che si prevede possano avere impatti sull’ambiente, sulla salute e sul territorio. Più che giusto, quindi, far sì che la partecipazione sia ampia e aperta, attivando processi di ascolto e di confronto che permettano di elaborare progetti condivisi e capaci di acquisire forza dalla collaborazione di quanti vivono i luoghi e ne conoscono le fragilità e i fabbisogni.

Purtroppo non sempre accade che la partecipazione sia considerata un valore aggiunto e si preferisce innescare la contrapposizione, a volte ideologica, tra fronti incapaci di trovare un percorso di dialogo: c’è chi ritiene di poter assegnare ad altri il bollino di “ambientalista” e chi preferisce adottare la strada della protervia e dell’ironia senza argomenti, seguendo la modalità del “buttarla in caciara”.

Ma i due km di ciclovia promiscua all’interno di Villa Ada sono un esempio di come si preferisca non confrontarsi, adeguando le scelte all’esigenza di far passare le bici dove è più comodo, sottovalutando impatti e criticità. Una discussione senza costrutto, fondata sull’attribuire l’idea originaria ad Antonio Cederna che, scomparso nel 1996, ebbe a che fare con una realtà differente e si batté, in prima persona, per tutelare i parchi e garantire l’esproprio per aprire il parco ai cittadini: ma da allora sono trascorsi decenni, la società è cambiata, sono cambiate le esigenze di fruire del verde pubblico e, oggi più che mai, con la pandemia, si è compreso il valore degli ecosistemi protetti nelle aree urbane. Si è compreso anche il bisogno di cambiare il concetto di mobilità urbana, adottando scelte che vadano nella direzione di ridurre l’uso delle auto per privilegiare la mobilità ciclistica e pedonale, ma all’esterno delle aree sottoposte a vincolo ambientale, non all’interno dei parchi.

Il dibatto sui 2 km di GRAB dentro Villa Ada deve significare un cambio di passo: progetti calati d’alto, senza la dovuta ponderazione della possibilità di creare un’incidenza negativa sugli ecosistemi e sui modelli di fruizione, devono essere ripensati, adeguando le scelte infrastrutturali con una città capace di futuro, chiamata a colmare decenni di ritardo e preparando gli ambienti urbani a rispondere alle sfide del cambiamento climatico e dell’uso degli spazi pubblici.

Questi sono i motivi per cui continueremo a impegnarci per il bene comune, per la salvaguardia di Villa Ada e dell’ambiente naturale, ricordando il valore del capitale naturale e il senso dell’impegno di chi ha voluto che il parco fosse un grande e unico sistema naturale a disposizione dei cittadini.

 


mercoledì 10 marzo 2021

Italia Nostra esprime la posizione sul GRAB a Villa Ada

 

"Esistono alternative a questo tracciato inopinatamente e forzatamente inserito in una villa storica."


I dubbi manifestati dall'Associazione Amici di Villa Ada su un progetto che non è stato condiviso con i cittadini che vivono e frequentano il Parco ogni giorno trovano conferma nella posizione espressa da Italia Nostra, pubblicato nei giorni scorsi sul sito.

Continueremo a seguire la vicenda per comprendere come si possa giungere a predisporre un progetto che ha degli impatti sull'ambiente e sugli equilibri naturali del Parco senza un'adeguata attività di ricerca e di studio preliminare.


il link a Italia Nostra


domenica 7 marzo 2021

Villa Ada e il GRAB


La posizione dell’Associazione Amici di Villa Ada che, dal 1987, si occupa della storia e della tutela di questo importante patrimonio pubblico, sul progetto di realizzare un tratto di ciclovia turistica all’interno del Parco.


L’ipotesi di attraversamento di Villa Ada con la costruzione di un percorso ciclabile secondo Il tracciato indicato nella proposta presentata dall’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità, con la consulenza dello Studio Ferretti, relativa al segmento via Panama - via di Ponte Salario va inquadrata nella normativa cui è sottoposta la Villa. In particolare:


  • con D.M. 14 12 95 la Villa è stata sottoposta a tutela assoggettandola alle disposizioni di cui alla legge 1.6.1939, n. 1089;
  • la destinazione urbanistica è secondo il vigente PRG zona N;
  • il piano di utilizzazione della villa, approvato in data 11 marzo 1994 con accordo di programma, è uno strumento urbanistico che definisce gli usi di aree e immobili e all’articolo 6, sul sistema dei percorsi, prevede percorsi naturalistici didattici, percorsi odorosi, percorsi vita e non prevede assolutamente percorsi ciclabili all’interno del parco;
  • la CARTA DEI GIARDINI STORICI DETTA "CARTA DI FIRENZE" prevede nell’ambito del parco a carattere museale unicamente interventi di restauro conservativo, di restauro del giardino e della vegetazione esistente.

Ciò premesso il progetto risulta anche molto invadente per diversi motivi:

  1. ·       può ledere il principio di rispetto assoluto delle preesistenze archeologiche;
  2. ·       può creare ostacoli e intralcio nell’area molto frequentata da pedoni e bambini in quanto quello individuato si svolge, nel tratto iniziale, lungo il laghetto dove sussistono diverse attività tra cui l’area giochi con giostre; l’ingresso dall’entrata di via ponte Salario poi non prevede alcuna distanza né differenziazione dei flussi, con il rischio potenziale di creare intralcio, tra gli utenti.


Successivamente il percorso si inserisce nella valle, che costeggia le due colline, per procedere in direzione SW, verso via Panama. Si tratta di un’area particolarmente boscata con un sentiero di dimensioni limitate e in questo caso si verificherebbe un sovraccarico dei flussi di persone a piedi e in bicicletta.

Ricordando inoltre che Villa Ada ha un assetto morfologico e vegetazionale particolare e presenta un’elevata diversità di ambienti che assicurano una notevole ricchezza biologica, a causa dell’elevato numero di zone ecotonale e di nicchie ecologiche ivi presenti, qualsiasi intervento può determinare un’alterazione degli habitat faunistici e vegetazionali e il progetto si sviluppa proprio nella parte di maggior valore naturalistico.

La realizzazione di una pista ciclabile può creare infatti una serie di impatti negativi sia in fase di cantiere che di esercizio.

In fase di cantiere può alterare lo stato dei luoghi in quanto determina:

  • ·       interruzione di habitat per la fauna
  • ·       sottrazione di vegetazione
  • ·       disturbo acustico per la fauna
  • ·       modifica del regime idraulico

In fase di esercizio gli impatti previsti sono:

  • ·       sovraccarico di flussi

Un percorso ciclabile di 3,5 metri di larghezza – come prospettato dal progetto - all’interno di Villa Ada risulterebbe decisamente invasivo indebolendo il tranquillo godimento dell’area protetta. E’ difficile immaginare un’adeguata realizzazione del percorso ciclabile visto che – come evidenziato nelle foto della presentazione – il percorso (peraltro immaginato su cartografia storica) dovrebbe estendersi per lo più lungo sentieri o stretti tracciati che dovrebbero essere quindi rimodellati con la conseguente alterazione dello stato dei luoghi. Il circuito ciclabile rischierebbe di trasformarsi in una superstrada a svantaggio degli altri frequentatori del parco: pedoni, jogger, bambini, famiglie con passeggini. 

La ciclabile non deve in alcun modo limitare le altre categorie di utenti e frequentatori dell’area. Inoltre la soluzione proposta per il tracciato in “terra stabilizzata” non chiarisce come verrà eseguito l’intervento e i risultati dello stesso. Riteniamo che né migliorando i materiali né il percorso, né attrezzando telecamere per dissuadere la velocità dei ciclisti né con altri escamotages si potranno risolvere le criticità in parte già esposte nella stessa presentazione dello Studio Ferretti.

Vogliamo sottolineare il fatto che in generale non siamo pregiudizialmente contrari alla realizzazione del GRAB ma non vediamo assolutamente possibile per tutti i motivi esposti sia di carattere normativo che di rispetto ambientale un progetto di percorso ciclistico in aree a rischio come appunto Villa Ada

Ricordiamo che il GRAB è inquadrato nel sistema di “ciclovie turistiche” va quindi inserito in un percorso alternativo, come ad esempio facendo correre la ciclabile all’esterno di Villa Ada, nella area della Moschea, tra l’altro già servita dalla metropolitana Roma-Viterbo molto frequentata, anche potenziando l’esistente collegamento della ciclabile dell’Olimpica, collegando via della Moschea, viale Parioli, l’Auditorium e via Salaria.

Sarebbe infatti auspicabile rendere verde e fruibile la città, aumentando sempre più l’inserimento dei percorsi ciclabili nelle vie di traffico ordinario rimodellandole attorno a principi di maggior uso di mezzi pubblici con la conseguente salvaguardia dei parchi, rovesciando l’attuale filosofia del GRAB che prevede 30 km attraverso parchi e ville e solo 15 su viabilità ordinaria.

In alternativa il tracciato potrebbe essere riposizionato all’esterno di Villa Ada, intervenendo per la riqualificazione della strada che attualmente è aperta al traffico veicolare (via di Ponte Salario). In questo caso la strada potrebbe essere limitata alla circolazione pedonale e ciclabile, permettendo di raggiungere l’area archeologica e storica di Monte Antenne per poi proseguire in direzione della Moschea e di viale Romania – piazza Ungheria.