La posizione dell’Associazione Amici di Villa Ada che, dal 1987, si occupa
della storia e della tutela di questo importante patrimonio pubblico, sul
progetto di realizzare un tratto di ciclovia turistica all’interno del Parco.
L’ipotesi di attraversamento di Villa Ada con la costruzione di un percorso ciclabile secondo Il tracciato indicato nella proposta presentata dall’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità, con la consulenza dello Studio Ferretti, relativa al segmento via Panama - via di Ponte Salario va inquadrata nella normativa cui è sottoposta la Villa. In particolare:
- con D.M. 14 12 95 la Villa è stata sottoposta a tutela assoggettandola alle disposizioni di cui alla legge 1.6.1939, n. 1089;
- la destinazione urbanistica è secondo il vigente PRG zona N;
- il piano di utilizzazione della villa, approvato in data 11 marzo 1994 con accordo di programma, è uno strumento urbanistico che definisce gli usi di aree e immobili e all’articolo 6, sul sistema dei percorsi, prevede percorsi naturalistici didattici, percorsi odorosi, percorsi vita e non prevede assolutamente percorsi ciclabili all’interno del parco;
- la CARTA DEI GIARDINI STORICI DETTA "CARTA DI FIRENZE" prevede nell’ambito del parco a carattere museale unicamente interventi di restauro conservativo, di restauro del giardino e della vegetazione esistente.
Ciò premesso
il progetto risulta anche molto invadente per diversi motivi:
- · può ledere il principio di rispetto
assoluto delle preesistenze archeologiche;
- · può creare ostacoli e intralcio
nell’area molto frequentata da pedoni e bambini in quanto quello individuato si
svolge, nel tratto iniziale, lungo il laghetto dove sussistono diverse attività
tra cui l’area giochi con giostre; l’ingresso dall’entrata di via ponte Salario
poi non prevede alcuna distanza né differenziazione dei flussi, con il rischio
potenziale di creare intralcio, tra gli utenti.
Successivamente il percorso si inserisce nella valle, che costeggia le due colline, per procedere in direzione SW, verso via Panama. Si tratta di un’area particolarmente boscata con un sentiero di dimensioni limitate e in questo caso si verificherebbe un sovraccarico dei flussi di persone a piedi e in bicicletta.
Ricordando inoltre
che Villa Ada ha un assetto morfologico e vegetazionale particolare e presenta
un’elevata diversità di ambienti che assicurano una notevole ricchezza
biologica, a causa dell’elevato numero di zone ecotonale e di nicchie
ecologiche ivi presenti, qualsiasi intervento può determinare un’alterazione
degli habitat faunistici e vegetazionali e il progetto si sviluppa proprio nella
parte di maggior valore naturalistico.
La
realizzazione di una pista ciclabile può creare infatti una serie di impatti
negativi sia in fase di cantiere che di esercizio.
In fase di cantiere
può alterare lo stato dei luoghi in quanto determina:
- · interruzione di habitat per la fauna
- · sottrazione di vegetazione
- · disturbo acustico per la fauna
- · modifica del regime idraulico
In fase di
esercizio gli impatti previsti sono:
- · sovraccarico di flussi
Un percorso ciclabile di 3,5 metri di larghezza – come prospettato dal progetto - all’interno di Villa Ada risulterebbe decisamente invasivo indebolendo il tranquillo godimento dell’area protetta. E’ difficile immaginare un’adeguata realizzazione del percorso ciclabile visto che – come evidenziato nelle foto della presentazione – il percorso (peraltro immaginato su cartografia storica) dovrebbe estendersi per lo più lungo sentieri o stretti tracciati che dovrebbero essere quindi rimodellati con la conseguente alterazione dello stato dei luoghi. Il circuito ciclabile rischierebbe di trasformarsi in una superstrada a svantaggio degli altri frequentatori del parco: pedoni, jogger, bambini, famiglie con passeggini.
La ciclabile non deve in alcun modo limitare
le altre categorie di utenti e frequentatori dell’area. Inoltre la soluzione
proposta per il tracciato in “terra stabilizzata” non chiarisce come verrà
eseguito l’intervento e i risultati dello stesso. Riteniamo che né migliorando
i materiali né il percorso, né attrezzando telecamere per dissuadere la
velocità dei ciclisti né con altri escamotages si potranno risolvere le
criticità in parte già esposte nella stessa presentazione dello Studio
Ferretti.
Vogliamo
sottolineare il fatto che in generale non siamo pregiudizialmente contrari alla
realizzazione del GRAB ma non vediamo assolutamente possibile per tutti
i motivi esposti sia di carattere normativo che di rispetto
ambientale un progetto di percorso ciclistico in aree a rischio come
appunto Villa Ada
Ricordiamo
che il GRAB è inquadrato nel sistema di “ciclovie turistiche” va quindi inserito
in un percorso alternativo, come ad esempio facendo correre la ciclabile
all’esterno di Villa Ada, nella area della Moschea, tra l’altro già servita
dalla metropolitana Roma-Viterbo molto frequentata, anche potenziando
l’esistente collegamento della ciclabile dell’Olimpica, collegando via della
Moschea, viale Parioli, l’Auditorium e via Salaria.
Sarebbe
infatti auspicabile rendere verde e fruibile la città, aumentando sempre più l’inserimento
dei percorsi ciclabili nelle vie di traffico ordinario rimodellandole attorno a
principi di maggior uso di mezzi pubblici con la conseguente salvaguardia dei
parchi, rovesciando l’attuale filosofia del GRAB che prevede 30 km attraverso
parchi e ville e solo 15 su viabilità ordinaria.
In
alternativa il tracciato potrebbe essere riposizionato all’esterno di Villa
Ada, intervenendo per la riqualificazione della strada che attualmente è aperta
al traffico veicolare (via di Ponte Salario). In questo caso la strada potrebbe
essere limitata alla circolazione pedonale e ciclabile, permettendo di
raggiungere l’area archeologica e storica di Monte Antenne per poi proseguire
in direzione della Moschea e di viale Romania – piazza Ungheria.
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