Associazione Amici di Villa Ada

Associazione Amici di Villa Ada
dal 1987 per la tutela del parco pubblico

domenica 7 marzo 2021

Villa Ada e il GRAB


La posizione dell’Associazione Amici di Villa Ada che, dal 1987, si occupa della storia e della tutela di questo importante patrimonio pubblico, sul progetto di realizzare un tratto di ciclovia turistica all’interno del Parco.


L’ipotesi di attraversamento di Villa Ada con la costruzione di un percorso ciclabile secondo Il tracciato indicato nella proposta presentata dall’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità, con la consulenza dello Studio Ferretti, relativa al segmento via Panama - via di Ponte Salario va inquadrata nella normativa cui è sottoposta la Villa. In particolare:


  • con D.M. 14 12 95 la Villa è stata sottoposta a tutela assoggettandola alle disposizioni di cui alla legge 1.6.1939, n. 1089;
  • la destinazione urbanistica è secondo il vigente PRG zona N;
  • il piano di utilizzazione della villa, approvato in data 11 marzo 1994 con accordo di programma, è uno strumento urbanistico che definisce gli usi di aree e immobili e all’articolo 6, sul sistema dei percorsi, prevede percorsi naturalistici didattici, percorsi odorosi, percorsi vita e non prevede assolutamente percorsi ciclabili all’interno del parco;
  • la CARTA DEI GIARDINI STORICI DETTA "CARTA DI FIRENZE" prevede nell’ambito del parco a carattere museale unicamente interventi di restauro conservativo, di restauro del giardino e della vegetazione esistente.

Ciò premesso il progetto risulta anche molto invadente per diversi motivi:

  1. ·       può ledere il principio di rispetto assoluto delle preesistenze archeologiche;
  2. ·       può creare ostacoli e intralcio nell’area molto frequentata da pedoni e bambini in quanto quello individuato si svolge, nel tratto iniziale, lungo il laghetto dove sussistono diverse attività tra cui l’area giochi con giostre; l’ingresso dall’entrata di via ponte Salario poi non prevede alcuna distanza né differenziazione dei flussi, con il rischio potenziale di creare intralcio, tra gli utenti.


Successivamente il percorso si inserisce nella valle, che costeggia le due colline, per procedere in direzione SW, verso via Panama. Si tratta di un’area particolarmente boscata con un sentiero di dimensioni limitate e in questo caso si verificherebbe un sovraccarico dei flussi di persone a piedi e in bicicletta.

Ricordando inoltre che Villa Ada ha un assetto morfologico e vegetazionale particolare e presenta un’elevata diversità di ambienti che assicurano una notevole ricchezza biologica, a causa dell’elevato numero di zone ecotonale e di nicchie ecologiche ivi presenti, qualsiasi intervento può determinare un’alterazione degli habitat faunistici e vegetazionali e il progetto si sviluppa proprio nella parte di maggior valore naturalistico.

La realizzazione di una pista ciclabile può creare infatti una serie di impatti negativi sia in fase di cantiere che di esercizio.

In fase di cantiere può alterare lo stato dei luoghi in quanto determina:

  • ·       interruzione di habitat per la fauna
  • ·       sottrazione di vegetazione
  • ·       disturbo acustico per la fauna
  • ·       modifica del regime idraulico

In fase di esercizio gli impatti previsti sono:

  • ·       sovraccarico di flussi

Un percorso ciclabile di 3,5 metri di larghezza – come prospettato dal progetto - all’interno di Villa Ada risulterebbe decisamente invasivo indebolendo il tranquillo godimento dell’area protetta. E’ difficile immaginare un’adeguata realizzazione del percorso ciclabile visto che – come evidenziato nelle foto della presentazione – il percorso (peraltro immaginato su cartografia storica) dovrebbe estendersi per lo più lungo sentieri o stretti tracciati che dovrebbero essere quindi rimodellati con la conseguente alterazione dello stato dei luoghi. Il circuito ciclabile rischierebbe di trasformarsi in una superstrada a svantaggio degli altri frequentatori del parco: pedoni, jogger, bambini, famiglie con passeggini. 

La ciclabile non deve in alcun modo limitare le altre categorie di utenti e frequentatori dell’area. Inoltre la soluzione proposta per il tracciato in “terra stabilizzata” non chiarisce come verrà eseguito l’intervento e i risultati dello stesso. Riteniamo che né migliorando i materiali né il percorso, né attrezzando telecamere per dissuadere la velocità dei ciclisti né con altri escamotages si potranno risolvere le criticità in parte già esposte nella stessa presentazione dello Studio Ferretti.

Vogliamo sottolineare il fatto che in generale non siamo pregiudizialmente contrari alla realizzazione del GRAB ma non vediamo assolutamente possibile per tutti i motivi esposti sia di carattere normativo che di rispetto ambientale un progetto di percorso ciclistico in aree a rischio come appunto Villa Ada

Ricordiamo che il GRAB è inquadrato nel sistema di “ciclovie turistiche” va quindi inserito in un percorso alternativo, come ad esempio facendo correre la ciclabile all’esterno di Villa Ada, nella area della Moschea, tra l’altro già servita dalla metropolitana Roma-Viterbo molto frequentata, anche potenziando l’esistente collegamento della ciclabile dell’Olimpica, collegando via della Moschea, viale Parioli, l’Auditorium e via Salaria.

Sarebbe infatti auspicabile rendere verde e fruibile la città, aumentando sempre più l’inserimento dei percorsi ciclabili nelle vie di traffico ordinario rimodellandole attorno a principi di maggior uso di mezzi pubblici con la conseguente salvaguardia dei parchi, rovesciando l’attuale filosofia del GRAB che prevede 30 km attraverso parchi e ville e solo 15 su viabilità ordinaria.

In alternativa il tracciato potrebbe essere riposizionato all’esterno di Villa Ada, intervenendo per la riqualificazione della strada che attualmente è aperta al traffico veicolare (via di Ponte Salario). In questo caso la strada potrebbe essere limitata alla circolazione pedonale e ciclabile, permettendo di raggiungere l’area archeologica e storica di Monte Antenne per poi proseguire in direzione della Moschea e di viale Romania – piazza Ungheria.

lunedì 20 aprile 2020

Villa Ada, servirebbe un piano e invece…


Sono tempi complicati con giornate bellissime che però è necessario trascorrere chiusi in casa, per affrontare l’emergenza del maledetto virus.

Vorremmo leggere che nel frattempo si sta lavorando per la manutenzione e la cura della città, per contribuire alla fase della riapertura graduale, dopo la quarantena. I parchi e le aree verdi saranno importantissimi per offrire ai cittadini il ristoro di angoli di natura e di serenità.

Tra questi Villa Ada che oggi è chiusa
ma da anni attende interventi importanti di restauro e di recupero ambientale, dopo gli schianti di alberi e l’abbandono degli edifici.

Invece, con sorpresa, si apprende che la Giunta capitolina ha adottato lo scorso 2 aprile una deliberazione che approva un progetto di fattibilità per l’importo di 740.000 Euro per restaurare il Casale della Finanziera. La sorpresa di leggere la Delibera lascia subito posto a molti dubbi e perplessità.

Si tratta sicuramente di un intervento sacrosanto per arginare degrado e rovina definitiva ma è privo di un quadro complessivo che definisca priorità e finalità dell’investimento per dare coerenza a un progetto che dovrebbe essere inserito nell'attuazione del piano di gestione.

L'Amministrazione Capitolina ancora una volta non mette in campo un nuovo necessario strumento, con l’indicazione di coordinare e accentrare tutte le competenze sul parco in una figura unica, con l’individuazione di un Direttore della Villa, come si conviene per un’area naturale protetta estesa per oltre 160 ettari.

Si continua invece in una logica frammentata e priva di un piano con obiettivi, strumenti, risorse e programmazione: manca l'idea di fondo che l'intera area debba essere gestita e affidata con responsabilità operative che non siano solo il servizio giardini.
D'altronde sarebbe stata auspicabile una fase di confronto e di partecipazione sulle scelte compiute, permettendo la comparazione di progetti e l’individuazione di priorità sulla base di un Piano. Per esempio sarebbe risultato opportuno considerare il recupero dell’edificio che sta sulla sinistra rispetto all'ingresso del viale che porta all'ambasciata d’Egitto, la casa del guardiano inserendo nel progetto anche il recupero della cancellata d’ingresso della Villa per dare forma a un progetto coordinato e con prospettive di gestione complessiva del patrimonio pubblico.

A questi interventi più volte richiesti e sollecitati come quello sulla casa del guardiano che sarebbe risultato certamente meno costoso e più fruibile per i cittadini si dovrebbe aggiungere il completamento del restauro della Chiesa del Divino Amore per cui è stata erogata solo una prima tranche dei lavori nel 2013 e nonostante questi primi lavori versa oggi in uno stato di abbandono totale.
È doveroso quindi porre dubbi sulla decisione di spendere 800.000 euro per restaurare il casale, con riferimento soprattutto a quale fine farà, una volta terminato l’intervento edilizio? chi lo gestirà? come sarà impedito un nuovo attacco di vandali?
Dubbi che pongono la necessità di conoscere la composizione del gruppo di lavoro interdipartimentale istituito con D.D prot.n. QL/73103/2019 del 29 settembre 2019  che ha stabilito la priorità di questo intervento, scartandone altri che potessero risultare più urgenti e con finalità più comprensibili, e maggiori informazioni sulle due successive delibere del 16 12 2019 di importi rilevanti sugli interventi per Villa Ada .

Troppe ombre e poche luci nel futuro di Villa Ada, proprio ora che servirebbe coraggio e competenza per investire davvero per la gestione e la manutenzione del Parco: un investimento fatto con lungimiranza, guardando al futuro, immaginando una cura costante e obiettivi concreti. Manca la visione ma, soprattutto, la volontà di uscire da una logica di piccoli cantieri che non contribuiscono al restauro complessivo di un parco che è fatto di alberi, viali, laghetti. Non è sufficiente compiere il restauro più bello del mondo di un singolo casale e lasciare nel degrado tutto il resto, senza avere neanche cognizione di come utilizzare il casale, come attribuirgli una funzione sociale e garantire la fruizione e la gestione.

Con CarteinRegola, l'associazione che da tempo si occupa dei problemi di trasparenza e partecipazione dei cittadini alle scelte dell'Amministrazione Capitolina, abbiamo iniziato a predisporre un dossier che può essere scaricato a questo link.



Dal 4 dicembre 2013  sono stati quindi deliberati per Villa Ada  i seguenti atti:

1) Restauro e consolidamento della Chiesetta del Divino Amore a Villa Ada Savoia – I lotto” Importo dell’appalto: € 262.818,83 di cui € 232.533,21 soggetti a ribasso d’asta e € 30.285,62 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso; - CIG: 4860919D3E - CUP: J84G10000220001 
STRUTTURA PROPONENTE: SOVRINTENDENZA CAPITOLINA AI BENI CULTURALI 

2) D.D.  1628 prot. n. QL/73103/2019 del 29 settembre 2019 CIG 8123595AA8
Oggetto: Interventi di restauro e messa in sicurezza degli edifici all'interno del parco di Villa Ada.
Importo complessivo: € 69.814,00 compressa IVA al 22%.

3) D.D. 1632 16/12/2019 CIG 8117996E36 
Oggetto: Progettazione Definitiva ed Esecutiva propedeutica i lavori di Riqualificazione del Parco di Villa Ada. Importo complessivo: € 95.781,77 compressa IVA al 22%.

4) Interventi di restauro e messa in sicurezza degli immobili all'interno di Villa Ada. Annualità 2020-2022 CdC 0VP Progetto di fattibilità tecnica economica. CUP J81I19000040004. Importo Euro 740.625,00 I.V.A. compresa.


Una tesi su Villa Ada


La tesi di Edoardo Ottimofiore è stata discussa lo scorso 17 dicembre ed è pubblicata sul sito dell’Università. Un riassunto in italiano è disponibile e descrive in modo efficace il progetto di studio e il percorso adottato.

Partendo da una semplice osservazione di apparente abbandono, questa tesi mira ad esplorare il patrimonio del terreno di Villa Ada, un parco urbano di Roma. Per fare ciò, questo studio mette in relazione narrazioni storico-ambientali riguardanti questo terreno, dalla prima presenza umana alla formazione del parco attuale. Le narrazioni aiutano a coinvolgere il lettore con il passato di questa terra e ad ancorarlo nel paesaggio attuale. Nel contesto di questo studio, è stato condotto un questionario online per valutare come il parco è percepito oggi e quale significato i visitatori e i vicini vi associno. Collegando il passato al presente, e quindi guardando avanti, questa tesi può contribuire ad aprire una discussione sul futuro di Villa Ada e sulle strategie che potrebbero essere attuate per una gestione efficace a lungo termine. (la tesi è in inglese).

Qui il link al lavoro finito .

Disponibili inoltre i dati delle risposte del questionario online accessibile. 

Grazie a Edoardo per l’impegno e per la volontà di descrivere, in modo scientifico, il valore di Villa Ada e del sistema territoriale formato dal parco e da Monte Antenne. Un bene comune che ha bisogno di essere conosciuto e tutelato, riconoscendo un ruolo che è prioritario per il futuro della città.

giovedì 2 gennaio 2020

Parco Nemorense, cosa sta accadendo tra i viali?


Da mesi chiuso, per l’avvio di un non meglio progetto di riqualificazione, il parco Virgiliano sembra esser stato dimenticato, lasciato nell’abbandono.

Un post su facebook dell’assessore all’ambiente del Municipio 2 desta preoccupazione e descrive uno stato di degrado e di vandalizzazione fuori controllo. Le foto pubblicate da Rino Fabiano sono una ferita per chi, in questi anni, ha sperato che parco Nemorense tornasse a essere un punto vitale del quartiere, con il riavvio della gestione del chiosco e la promozione come luogo di incontro e di socializzazione.

Non fu facile immaginare un futuro per parco Nemorense e fu necessaria una mobilitazione dei cittadini affinché il parco fosse affidato a una gestione che ne curasse la manutenzione e la fruizione: anni di battaglia amministrative, di delibere e di gare, per riuscire a definire un percorso trasparente, teso ad amministrare un bene comune e restituire al quartiere un luogo importante, che appartiene alla storia di generazioni intere.

Ora sembra che tutto stia tornando in una condizione grigia, con prospettive colme di incognite e di scenari poco rassicuranti. Lavori che procedono a rilento, intrusioni e distruzione, scarsa o inesistente condivisione con i cittadini dei progetti che riguardano il parco: sembra di essere tornati a tempi bui, senza una presenza concreta di Roma Capitale in difesa di un bene comune che non può diventare un luogo di degrado e di insicurezza.

Emerge, inoltre, la preoccupazione per la costruzione di un parcheggio, sulla base di una convenzione rimasta a lungo dormiente e che oggi rappresenta un rischio ulteriore per l’integrità del parco e la trasformazione dell’area circostante.

Forse, nel 2020, la priorità non sta nello spendere 300.000 euro per riqualificare parco nemorense quanto piuttosto nel curare parti intere di città che soffrono di abbandono e degrado; forse, nel 2020, sarebbe importante stabilire metodi di partecipazione e condivisione delle scelte; forse, nel 2020, sarebbe stato auspicabile indicare tempi e modalità degli interventi, ascoltando i cittadini e accogliendo le istanze del quartiere.

Continueremo a tenere gli occhi ben aperti, contestando progetti che non creano un miglioramento dell’ambiente, creando, viceversa, il rischio di vedere vanificato lo sforzo di decenni per restituire Parco Nemorense al patrimonio collettivo.

domenica 29 settembre 2019

Non è degrado, è l’arresa di fronte all’abbandono


Villa Ada, il grande parco pubblico simbolo di battaglie che hanno visto coinvolti cittadini, associazioni, uomini di cultura.

Oggi Villa Ada, come il resto della città vive il diffondersi del degrado, dell’incuria, della devastazione. Qui, più che in altri casi, è evidente il senso di rassegnazione e di desolazione: luoghi che erano destinati allo svago e al riposo della cittadinanza si sono trasformati, in pochi anni, in aree dove si assiste all’abbandono dell’idea stessa di comunità.


Un pergolato giace pericolante, circondato
dal nastro giallo della Polizia Locale; il Casale della Finanziera, che era stato ristrutturato e adibito a centro di educazione ambientale è distrutto dal vandalismo e dall’incapacità di dare forza a progetti che servirebbero per rendere fruibile il parco e farlo diventare un elemento di qualità urbana.

Nulla viene fatto, nulla viene programmato e resta solo la disperazione di assistere inermi a questo disastro, senza l’assunzione di responsabilità da parte dell’Amministrazione Capitolina.





giovedì 20 giugno 2019

Percezioni di Villa Ada

Un questionario per scrivere la tesi di master in storia ambientale

L'Associazione Amici di Villa Ada intende collaborare con Edoardo Ottimofiore nella realizzazione della sua ricerca universitaria, promuovendo la diffusione del questionario. 

Il progetto di tesi di Master in storia ambientale (Master of Arts in Global Environmental History, presso l’università di Uppsala—Svezia) ha come obiettivo l’analisi della valorizzazione del paesaggio di Villa Ada e del suo potenziale patrimoniale (che sia storico-culturale o naturalistico). È possibile considerare il parco come la diretta continuazione di uno spazio di vita, e quindi con una storia molto più lunga di quella del parco visibile attualmente. La mia percezione del parco però, essendo individuale, può non corrispondere con la percezione di altre persone. Per esistere, il concetto di patrimonio sottintende la necessità di un gruppo di persone (ovvero di una società) per esistere. È quindi nella molteplicità di percezioni che è possibile analizzare la valorizzazione di Villa Ada.

Per affrontare la questione delle percezioni di Villa Ada, ho creato un questionario al fine di valutare diverse prospettive su vari aspetti del parco: manutenzione, estetica, pulizia, immagine, ecc.

Il questionario è telematico: si accede tramite un link. Tutti i dati sono anonimi e saranno utilizzati solo a fini accademici e di ricerca. Il metodo di trasmissione scelto per la diffusione del questionario è il passaparola. Ogni ulteriore prospettiva arricchisce potenzialmente questo lavoro di ricerca, per cui sarei grato della partecipazione di un massimo di persone! Ringrazio pertanto sin d’ora per ogni collaborazione, per la partecipazione e per la diffusione del link del questionario!


clicca qui per il manifesto del questionario

lunedì 13 maggio 2019

Una giornata con i piedi per terra

L'esplorazione urbana insieme ai cittadini per guardare la città in modo diverso, svolta sabato 11 maggio è stata un successo.

Osservare i luoghi come appaiono e vedere i luoghi come possono diventare è un modo per ribadire l'impegno in tutela del bene comune, per conoscere il valore del patrimonio collettivo e proseguire nell'azione di sensibilizzazione dell'Amministrazione comunale.

Qui potete trovare le schede relative ai vari punti toccati durante l'esplorazione con gli approfondimenti e le criticità che è importante segnalare e monitorare.

Con i piedi per terra - le schede