Associazione Amici di Villa Ada

Associazione Amici di Villa Ada
dal 1987 per la tutela del parco pubblico

lunedì 20 aprile 2020

Villa Ada, servirebbe un piano e invece…


Sono tempi complicati con giornate bellissime che però è necessario trascorrere chiusi in casa, per affrontare l’emergenza del maledetto virus.

Vorremmo leggere che nel frattempo si sta lavorando per la manutenzione e la cura della città, per contribuire alla fase della riapertura graduale, dopo la quarantena. I parchi e le aree verdi saranno importantissimi per offrire ai cittadini il ristoro di angoli di natura e di serenità.

Tra questi Villa Ada che oggi è chiusa
ma da anni attende interventi importanti di restauro e di recupero ambientale, dopo gli schianti di alberi e l’abbandono degli edifici.

Invece, con sorpresa, si apprende che la Giunta capitolina ha adottato lo scorso 2 aprile una deliberazione che approva un progetto di fattibilità per l’importo di 740.000 Euro per restaurare il Casale della Finanziera. La sorpresa di leggere la Delibera lascia subito posto a molti dubbi e perplessità.

Si tratta sicuramente di un intervento sacrosanto per arginare degrado e rovina definitiva ma è privo di un quadro complessivo che definisca priorità e finalità dell’investimento per dare coerenza a un progetto che dovrebbe essere inserito nell'attuazione del piano di gestione.

L'Amministrazione Capitolina ancora una volta non mette in campo un nuovo necessario strumento, con l’indicazione di coordinare e accentrare tutte le competenze sul parco in una figura unica, con l’individuazione di un Direttore della Villa, come si conviene per un’area naturale protetta estesa per oltre 160 ettari.

Si continua invece in una logica frammentata e priva di un piano con obiettivi, strumenti, risorse e programmazione: manca l'idea di fondo che l'intera area debba essere gestita e affidata con responsabilità operative che non siano solo il servizio giardini.
D'altronde sarebbe stata auspicabile una fase di confronto e di partecipazione sulle scelte compiute, permettendo la comparazione di progetti e l’individuazione di priorità sulla base di un Piano. Per esempio sarebbe risultato opportuno considerare il recupero dell’edificio che sta sulla sinistra rispetto all'ingresso del viale che porta all'ambasciata d’Egitto, la casa del guardiano inserendo nel progetto anche il recupero della cancellata d’ingresso della Villa per dare forma a un progetto coordinato e con prospettive di gestione complessiva del patrimonio pubblico.

A questi interventi più volte richiesti e sollecitati come quello sulla casa del guardiano che sarebbe risultato certamente meno costoso e più fruibile per i cittadini si dovrebbe aggiungere il completamento del restauro della Chiesa del Divino Amore per cui è stata erogata solo una prima tranche dei lavori nel 2013 e nonostante questi primi lavori versa oggi in uno stato di abbandono totale.
È doveroso quindi porre dubbi sulla decisione di spendere 800.000 euro per restaurare il casale, con riferimento soprattutto a quale fine farà, una volta terminato l’intervento edilizio? chi lo gestirà? come sarà impedito un nuovo attacco di vandali?
Dubbi che pongono la necessità di conoscere la composizione del gruppo di lavoro interdipartimentale istituito con D.D prot.n. QL/73103/2019 del 29 settembre 2019  che ha stabilito la priorità di questo intervento, scartandone altri che potessero risultare più urgenti e con finalità più comprensibili, e maggiori informazioni sulle due successive delibere del 16 12 2019 di importi rilevanti sugli interventi per Villa Ada .

Troppe ombre e poche luci nel futuro di Villa Ada, proprio ora che servirebbe coraggio e competenza per investire davvero per la gestione e la manutenzione del Parco: un investimento fatto con lungimiranza, guardando al futuro, immaginando una cura costante e obiettivi concreti. Manca la visione ma, soprattutto, la volontà di uscire da una logica di piccoli cantieri che non contribuiscono al restauro complessivo di un parco che è fatto di alberi, viali, laghetti. Non è sufficiente compiere il restauro più bello del mondo di un singolo casale e lasciare nel degrado tutto il resto, senza avere neanche cognizione di come utilizzare il casale, come attribuirgli una funzione sociale e garantire la fruizione e la gestione.

Con CarteinRegola, l'associazione che da tempo si occupa dei problemi di trasparenza e partecipazione dei cittadini alle scelte dell'Amministrazione Capitolina, abbiamo iniziato a predisporre un dossier che può essere scaricato a questo link.



Dal 4 dicembre 2013  sono stati quindi deliberati per Villa Ada  i seguenti atti:

1) Restauro e consolidamento della Chiesetta del Divino Amore a Villa Ada Savoia – I lotto” Importo dell’appalto: € 262.818,83 di cui € 232.533,21 soggetti a ribasso d’asta e € 30.285,62 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso; - CIG: 4860919D3E - CUP: J84G10000220001 
STRUTTURA PROPONENTE: SOVRINTENDENZA CAPITOLINA AI BENI CULTURALI 

2) D.D.  1628 prot. n. QL/73103/2019 del 29 settembre 2019 CIG 8123595AA8
Oggetto: Interventi di restauro e messa in sicurezza degli edifici all'interno del parco di Villa Ada.
Importo complessivo: € 69.814,00 compressa IVA al 22%.

3) D.D. 1632 16/12/2019 CIG 8117996E36 
Oggetto: Progettazione Definitiva ed Esecutiva propedeutica i lavori di Riqualificazione del Parco di Villa Ada. Importo complessivo: € 95.781,77 compressa IVA al 22%.

4) Interventi di restauro e messa in sicurezza degli immobili all'interno di Villa Ada. Annualità 2020-2022 CdC 0VP Progetto di fattibilità tecnica economica. CUP J81I19000040004. Importo Euro 740.625,00 I.V.A. compresa.


Una tesi su Villa Ada


La tesi di Edoardo Ottimofiore è stata discussa lo scorso 17 dicembre ed è pubblicata sul sito dell’Università. Un riassunto in italiano è disponibile e descrive in modo efficace il progetto di studio e il percorso adottato.

Partendo da una semplice osservazione di apparente abbandono, questa tesi mira ad esplorare il patrimonio del terreno di Villa Ada, un parco urbano di Roma. Per fare ciò, questo studio mette in relazione narrazioni storico-ambientali riguardanti questo terreno, dalla prima presenza umana alla formazione del parco attuale. Le narrazioni aiutano a coinvolgere il lettore con il passato di questa terra e ad ancorarlo nel paesaggio attuale. Nel contesto di questo studio, è stato condotto un questionario online per valutare come il parco è percepito oggi e quale significato i visitatori e i vicini vi associno. Collegando il passato al presente, e quindi guardando avanti, questa tesi può contribuire ad aprire una discussione sul futuro di Villa Ada e sulle strategie che potrebbero essere attuate per una gestione efficace a lungo termine. (la tesi è in inglese).

Qui il link al lavoro finito .

Disponibili inoltre i dati delle risposte del questionario online accessibile. 

Grazie a Edoardo per l’impegno e per la volontà di descrivere, in modo scientifico, il valore di Villa Ada e del sistema territoriale formato dal parco e da Monte Antenne. Un bene comune che ha bisogno di essere conosciuto e tutelato, riconoscendo un ruolo che è prioritario per il futuro della città.

giovedì 2 gennaio 2020

Parco Nemorense, cosa sta accadendo tra i viali?


Da mesi chiuso, per l’avvio di un non meglio progetto di riqualificazione, il parco Virgiliano sembra esser stato dimenticato, lasciato nell’abbandono.

Un post su facebook dell’assessore all’ambiente del Municipio 2 desta preoccupazione e descrive uno stato di degrado e di vandalizzazione fuori controllo. Le foto pubblicate da Rino Fabiano sono una ferita per chi, in questi anni, ha sperato che parco Nemorense tornasse a essere un punto vitale del quartiere, con il riavvio della gestione del chiosco e la promozione come luogo di incontro e di socializzazione.

Non fu facile immaginare un futuro per parco Nemorense e fu necessaria una mobilitazione dei cittadini affinché il parco fosse affidato a una gestione che ne curasse la manutenzione e la fruizione: anni di battaglia amministrative, di delibere e di gare, per riuscire a definire un percorso trasparente, teso ad amministrare un bene comune e restituire al quartiere un luogo importante, che appartiene alla storia di generazioni intere.

Ora sembra che tutto stia tornando in una condizione grigia, con prospettive colme di incognite e di scenari poco rassicuranti. Lavori che procedono a rilento, intrusioni e distruzione, scarsa o inesistente condivisione con i cittadini dei progetti che riguardano il parco: sembra di essere tornati a tempi bui, senza una presenza concreta di Roma Capitale in difesa di un bene comune che non può diventare un luogo di degrado e di insicurezza.

Emerge, inoltre, la preoccupazione per la costruzione di un parcheggio, sulla base di una convenzione rimasta a lungo dormiente e che oggi rappresenta un rischio ulteriore per l’integrità del parco e la trasformazione dell’area circostante.

Forse, nel 2020, la priorità non sta nello spendere 300.000 euro per riqualificare parco nemorense quanto piuttosto nel curare parti intere di città che soffrono di abbandono e degrado; forse, nel 2020, sarebbe importante stabilire metodi di partecipazione e condivisione delle scelte; forse, nel 2020, sarebbe stato auspicabile indicare tempi e modalità degli interventi, ascoltando i cittadini e accogliendo le istanze del quartiere.

Continueremo a tenere gli occhi ben aperti, contestando progetti che non creano un miglioramento dell’ambiente, creando, viceversa, il rischio di vedere vanificato lo sforzo di decenni per restituire Parco Nemorense al patrimonio collettivo.