Sul quotidiano Metro, dello scorso 23 aprile, un esauriente
articolo mette in allarme per il rischio che il Ministero dei Beni Culturali,
attraverso la Soprintendenza, stia per rivedere il perimetro di Villa Ada,
escludendo, nel caso questa ipotesi si verificasse, l’area di Parco Rabin,
circa 5 ettari dove, in questi ultimi anni si sono ripetuti problemi di
compatibilità urbanistica e di gestione dell’area verde.
La storia si ripete? Partendo da una scarsa chiarezza si
preferisce restringere il parco e lasciare che un’area particolarmente importante
e utile per i cittadini sia privata dei regimi di tutela e di salvaguardia?
Speriamo di essere smentiti dai fatti e che Villa Ada, nella
sua interezza, torni a essere un patrimonio valorizzato e tutelato, proprio
sulla base di quella dichiarazione di “notevole interesse pubblico” che fu
decretata nel lontano 1954, ma oggi ancor più attuale.
Tra pochi giorni Roma voterà per eleggere il nuovo Sindaco e
l’Assemblea Capitolina: una priorità dovrà essere quello di riportare i beni
comuni e il verde pubblico tra le azioni strategiche per la Capitale e per l’Italia.
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