Associazione Amici di Villa Ada

Associazione Amici di Villa Ada
dal 1987 per la tutela del parco pubblico

venerdì 23 febbraio 2018

Villa Ada: un parco che può essere un caso di studio sulle infrastrutture verdi in ambito urbano

Il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato, a maggio 2017, il Primo rapporto sul Capitale naturale. Il rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia, previsto dal “Collegato Ambientale (L.221/2005), è stato consegnato dal Ministro dell’Ambiente al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Economia: un documento affronta il legame tra lo stato dell’ecosistema, il benessere sociale e le prospettive economiche.
Frutto del lavoro del Comitato per il Capitale Naturale, cui hanno partecipato nove ministeri, cinque istituzioni di ricerca pubbliche, Regioni, Comuni e nove esperti scientifici, il Rapporto raccoglie le informazioni rilevabili sullo stato di conservazione di acqua, suolo, aria, biodiversità ed ecosistemi, avviando un modello di valutazione del Capitale Naturale.
Il lavoro svolto dal  Comitato ha permesso di individuare una serie di raccomandazioni, con obiettivi da perseguire nel breve e medio periodo, tra cui: l’adozione di  un piano d’azione per il Capitale Naturale, per consentire di attribuire un ruolo centrale per la predisposizione delle misure del DEF (Documento di Economia e Finanza) e del PNR (Piano Nazionale di Riforma), in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e della Strategia di Sviluppo Sostenibile; l’integrazione nella contabilità pubblica e nella contabilità privata; il rafforzamento del sistema delle aree protette di terra e mare; l’attuazione delle disposizioni riguardanti i cosiddetti “appalti verdi”, includendo nelle valutazioni i costi per la collettività derivanti dal consumo di risorse naturali e dall'inquinamento.

Villa Ada, il parco pubblico che si trova a Roma, viene preso in considerazione, nel Rapporto (pagg. 143-144) per evidenziare il ruolo delle aree protette e delle superfici boscate per contribuire a ridurre l’impatto delle polveri sottili. Uno degli effetti positivi che i servizi ecosistemici svolgono e che testimoniano l’importanza di investire nella gestione e nella manutenzione delle aree protette, anche in aree urbane ad alta densità.

Da anni associazioni e cittadini chiedono, all'Amministrazione capitolina, un impegno serio e concreto per la cura del parco, per investire nella manutenzione del patrimonio arboreo e dei sistemi di fruizione. Richieste che, ogni volta, cadono nel nulla, senza che siano assunti piani che definiscano gli interventi prioritari e la gestione costante del parco. Se ne accorge il Ministero dell'ambiente, inserendo gli alberi di Villa Ada in un rapporto di alto livello scientifico ed economico ma il Campidoglio e il Municipio sembrano non accorgersi di nulla, come se il tema non riguardasse il governo della città e il futuro di chi vive a Roma.

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estratto dal Rapporto:

Deposizione del particolato atmosferico (PM) in una Villa storica di Roma: Villa Ada Savoia
Al fine di quantificare il servizio ecosistemico di rimozione per una infrastruttura verde presente all’interno di tali città, si è focalizzata l’attenzione su un ampio parco urbano situato nel centro della città di Roma, Villa Ada Savoia. La Figura H8 mostra la mappa della Villa ottenuta tramite classificazione di un’immagine Landsat 5 (Manes et al., 2012). Questa infrastruttura verde è circondata da strade ad elevato traffico veicolare con un’estensione totale di 160 ettari, è uno dei più vasti parchi urbani di Roma (Alessio et al., 2002). È composta da pascoli artificiali, corpi d’acqua e alberi radi, ma la parte interna è caratterizzata da un’ampia foresta prevalentemente costituita da Pinus pinea L. (pino domestico) e Quercus ilex L. (leccio). Specie decidue, come Quercus cerris L. (cerro) e Castanea sativa Mill. (castagno) sono inoltre presenti.
I dati sulla rimozione di PM10, sono stati ottenuti sia mediante un approccio modellistico, sia con misure sperimentali di campo. Il particolato atmosferico si deposita per gravitazione principalmente sulle superfici fogliari, e successivamente, si ri-sospende o viene dilavato con le piogge (Nowak, 1994). L’efficienza di cattura del particolato da parte della vegetazione, è correlato a diversi fattori, molti dei quali appartengono alle caratteristiche morfo-funzionali delle specie (Nguyen et al., 2015). Tra questi, le più importanti sono la forma e la struttura della lamina fogliare, la presenza di peli e/o rivestimenti cerosi delle foglie, che possono aumentare l’efficienza di rimozione (Sgrigna et al., 2014). Quindi, raggruppare la vegetazione in gruppi funzionali, come già descritto, in latifoglie sempreverdi, latifoglie decidue e conifere, ognuno con le proprie caratteristiche morfo-anatomiche, ecofisiologiche e con proprie dinamiche stagionali, può aiutare a comprendere gli effetti svolti della vegetazione sul miglioramento della qualità dell’aria, così come a sviluppare strategie efficienti di gestione mirate a migliorare la fornitura di servizi ecosistemici in un contesto di cambiamento climatico.
Stima della deposizione potenziale di PM10 Il trend annuale di deposizione di PM10, simulato per i tre gruppi funzionali, mostra che la deposizione è massima per le latifoglie sempreverdi e le conifere durante l’inverno e l’autunno, periodo in cui le latifoglie decidue non contribuiscono alla fornitura di tale servizio (Manes et al., 2014; Marando et al., 2016). Inoltre, le latifoglie decidue mostrano valori di deposizione inferiori rispetto alle sempreverdi e le conifere durante l’estate, in quanto le elevate temperature tipiche dell’isola di calore urbana e la ridotta disponibilità idrica al suolo influenzano lo sviluppo vegetativo. Mediante un approccio di simulazione è stato stimato il miglioramento di qualità dell’aria dovuto alla capacità di deposizione del particolato operato dalla vegetazione. 

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