Non può essere sempre l'ennesima emergenza.
Di pochi giorni fa la notizia (qui su La Repubblica) dei pini schiantati, con grande pericolo per l'incolumità di chi Villa Ada la vive, per rilassarsi e per giocare.
è proprio l'idea dell'emergenza continua che ha portato a questa situazione: un'emergenza in parte voluta, pilotata da corrotti e corruttori, affinché si intervenisse soltanto dopo che succedono gli incidenti per spendere i soldi pubblici più velocemente e con controlli superficiali. Su Gli Stati Generali un commento di Andrea Ferraretto descrive con una buona sintesi questo stato di cose.
Villa Ada e gli altri parchi di Roma hanno bisogno, piuttosto, di piani e programmi, con l'individuazione puntuale di responsabilità e obiettivi. Un ragionamento che può essere fatto per il verde pubblico ma per molte altre situazioni dove il livello di malgoverno è più che evidente.
Il fiume di denaro scoperto dalla recente indagine Mafia Capitale è solo l'ultimo degli episodi di un modo di gestire il verde pubblico fatto di disinteresse e di corruzione. Su La Repubblica di oggi il quadro drammatico della gestione del verde pubblico a Roma.
Serve uno scatto, una reazione civica di fronte a questo sfascio. Ecco perché siamo convinti che sia compito di ciascuno vigilare affinché siano ripristinate regole da città normale, dove esistono diritti e doveri.
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