Siamo convinti, dal 1987, che Villa Ada abbia bisogno di un piano di gestione per individuare obiettivi e responsabilità, indicando, in modo trasparente, i ruoli, le risorse, le azioni.
Lo chiediamo da tempo, alle diverse amministrazioni che si
sono succedute, ricevendo risposte vaghe e inadeguate, con continui rinvii a
tempi migliori, alla ricerca di un quadro di riferimento che metta ordine tra
competenze e responsabilità.
È per questi motivi che, di volta in volta, quando vengono
presentati interventi, seppur consistenti, avvertiamo l’assenza di una visione
che sia in grado di gestire la complessità e dotare il Parco di una strategia
di medio e lungo periodo, come si dovrebbe prevedere quando si tutelano
ambienti naturali e si affrontano temi che hanno a che fare con il patrimonio
vegetale.
Gli alberi di Villa Ada hanno bisogno di essere considerati
come un ecosistema, con la complessità delle relazioni si generano e con la prospettiva
di comprendere le funzioni affidate alle aree verdi in ambito urbano: non solo aiuole
belle per arricchire il decoro degli spazi cittadini ma elementi fondamentali
per la qualità della vita. Boschi, siepi e foreste non sono sinonimi da usare a
casaccio, solo per riempire pagine di documenti: sono elementi differenti che
svolgono funzioni differenti e che richiedono, oggi più che mai, la serietà di
scelte amministrative che non possono essere basate sul passato. I cambiamenti
climatici sono una crisi che ciascuno deve affrontare, mettendo in atto decisioni
che vadano nella direzione di attuare azioni di mitigazione e adattamento.
Continueremo a insistere, come abbiamo fatto in questi anni,
contestando scelte inappropriate e assenza di lungimiranza, ribadiremo un
impegno che non si limita a un incontro estemporaneo, per dare un po’ di
ascolto, ma con la richiesta che sia attuato un percorso di gestione
partecipata, con regole e continuità.
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