In una radura, tra ciò che rimane di un bosco mai curato, danneggiato da incendi e abbandono, è sorto, da mesi un parcheggio. Abusivo è dir poco perché è semplicemente un luogo invaso dalle auto senza che nessuno abbia provato ad arginare questa ulteriore aggressione all’ambiente.
Alle pendici di Monte Antenne, approfittando di una barriera
rimossa, calpestando il suolo e portando degrado al degrado, sotto gli occhi di
tutti, delle istituzioni che dovrebbero occuparsi della gestione e della
manutenzione del bene comune.
Ma è la foto di un abbandono che non ha responsabili: una
villa storica che ha un accesso che non tutela i pedoni e i ciclisti ma si
presenta come un luogo senza regole né rispetto. Tutta la strada che conduce
all’ingresso di Villa Ada, via del ponte salario, è un ammasso di auto
parcheggiate ovunque, in sosta vietata, restringendo la carreggiata limitando
la circolazione, anche, soprattutto, nel caso dovessero arrivare dei mezzi di
soccorso. Una striscia di marciapiede senza protezione, l’immancabile rete di
plastica arancione da pollaio, auto e scooter in ogni centimetro di spazio.
Proseguendo la strada lascia intravedere, nei bordi, rifiuti
abbandonati e incuria, come se nessuno dovesse preoccuparsi di cosa accade in
questa zona di Roma che attraversa uno dei parchi più estesi, che comprende
anche un’area archeologica.
Si scrivono ordinanze, si prevedono divieti e prescrizioni
ma poi tutto è lasciato così, nell’incuria e nell’indifferenza: associazioni e
comitati hanno presentato un esposto alla Sindaca di Roma affinché non si possa
dire “non sapevamo” “non abbiamo visto”.
un’amministrazione di curare il patrimonio pubblico rendendolo accessibile e adottando regole da far rispettare: i parchi devono poter essere fruiti dai cittadini in modo concreto, evitando il caos delle auto che rappresentano un pericolo per chi cammina. Forse si potrebbe sperimentare una navetta che colleghi il parcheggio antistante la Moschea, forse si potrebbe creare un percorso protetto per raggiungere il cancello di ingresso, forse si potrebbe risistemare l’area circostante: tante soluzioni che dovrebbero essere valutate e prese in considerazione, abbandonando una logica fondata sull’improvvisazione e sul degrado consolidato. Forse.
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